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L'Adige-L'opposizione approva lo sciopero degli insegnanti, ma per la Cdl si tratta di una manifestazione politica

L'opposizione approva lo sciopero degli insegnanti, ma per la Cdl si tratta di una manifestazione politica Contro la Moratti e per il contratto Il personale della scuola in piazza in tutta Italia L...

17/11/2004
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L'Adige

L'opposizione approva lo sciopero degli insegnanti, ma per la Cdl si tratta di una manifestazione politica
Contro la Moratti e per il contratto
Il personale della scuola in piazza in tutta Italia
La protesta
Smentita l'ipotesi di un taglio di
14 mila insegnanti

Il corteo di ieri mentre sfila a piazza Venezia a Roma

ROMA - "Adesso basta!": due parole sintetizzano il messaggio che ieri il mondo della scuola ha mandato al Governo. Basta con i tagli al personale, basta con la riduzione dell'offerta formativa, basta con gli investimenti ridotti al lumicino, basta con i diritti calpestati, basta con i contratti scaduti da mesi e non rinnovati. Per gridare forte tutti questi "basta" decine di migliaia di insegnanti, maestri, presidi, bidelli, studenti hanno svuotato le aule e riempito le strade della Capitale, nonostante la pioggia. Sono arrivati di buon'ora con treni speciali e pullman da tutta Italia: dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto, dalla Basilicata, dalla Sicilia. Hanno fischiato a pieni polmoni quando sono passati sotto palazzo Vidoni (sede del dipartimento della Funzione pubblica) e celebrato, bare in spalla, la morte dell'istruzione pubblica. Migliaia gli studenti che sono scesi in piazza per chiedere l'abrogazione della riforma Moratti "che abbassa l'obbligo scolastico e di fatto reintroduce l'avviamento professionale". Due i cortei che hanno bloccato il centro cittadino: uno organizzato dai Cobas, partiti da piazza della Repubblica per raggiungere piazza Venezia, l'altro preparato dai sindacati confederali assieme alle altre sigle sindacali. Fuori dal coro lo Snals, il più grande sindacato autonomo del settore, che pur condividendo gran parte delle contestazioni ha preferito rimandare a fine novembre la sua iniziativa di protesta. "Centomila in piazza" hanno esultato i sindacati. "Ne abbiamo portati in piazza più noi dei confederali che hanno più apparati e più soldi" ha dichiarato un soddisfatto Bernocchi (leader dei Cobas) smentito da Cgil, Cisl e Uil. Nessun dato fornito dalla Questura.
Dall'opposizione si solleva un coro unanime di approvazione e di denuncia che condivide e rilancia le ragioni dei docenti che hanno aderito allo sciopero nazionale e di chi ha partecipato al corteo di protesta organizzato per dire "no" ai provvedimenti di riforma della scuola. Ma governo e maggioranza non esitano a definire "politico" lo sciopero e "strumentali" le sue ragioni.
Tra i primi a intervenire, il segretario dei Ds, Fassino, secondo il quale, con la riforma Moratti, "si sta per dare un colpo definitivo alla scuola italiana, è il segnale di un governo allo sbando". Per il leader della Quercia "oggi è stata una grande giornata di lotta per il mondo della scuola contro un governo che in questi anni l'ha umiliata. E l'ultima umiliazione è il taglio dei 14 mila insegnanti anticipato da alcune voci sulla stampa nazionale". Il segretario del Prc Fausto Bertinotti sottolinea "la riuscita delle due manifestazioni romane, che hanno visto la partecipazione di un immenso popolo" ed afferma che ciò "dimostra quanto sia prioritaria e sentita la difesa della scuola pubblica". Dalla maggioranza arrivano invece secche smentite sull'ipotesi ventilata nei giorni scorsi sulla stampa italiana di un taglio del 2% sull'organico dei docenti, ovvero circa 14mila insegnanti: per Giuseppe Valditara, responsabile scuola di Alleanza nazionale, "l'ipotesi di ulteriori tagli di organico del personale della scuola, circolate in questi giorni sugli organi di stampa, non è praticabile". Sulla stessa linea anche il relatore della Finanziaria, Crosetto (Fi), secondo il quale "nella Finanziaria che oggi è alla Camera non c'è nessuna riduzione di organico per la scuola". Per il coordinatore nazionale dei giovani di Fi, Simone Baldelli, "lo sciopero e i cortei di ieri sono soltanto il solito attacco politico contro il governo".


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