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Professore,ha perso la cattedra di Pino Patroncini Questo è il periodo dell'anno in cui, fatte le preiscrizioni degli alunni, si sa quante classi e quali insegnamenti ci sono. Di conseguen...
Professore,ha perso la cattedra
di Pino Patroncini
Questo è il periodo dell'anno in cui, fatte le preiscrizioni degli alunni, si sa quante classi e quali insegnamenti ci sono. Di conseguenza si sa anche quanti docenti perdono il posto e, se di ruolo, dovranno industriarsi per trovare un posto vacante in un'altra scuola attraverso le procedure di mobilità.
Quest'anno il tutto avviene anche più tardi ed in maniera più pesante. Infatti le misure del ministero previste in finanziaria per ridurre gli organici hanno finito per incidere due volte sul personale: in primis con la riduzione secca di 8.500 posti (prima tranche dei 35.000 che dovrebbero scomparire nei prossimi tre anni) e in secondo luogo con il ritardo dovuto alle nuove modalità di calcolo e redistribuzione degli organici attuata proprio per consentire la spalmatura di questo taglio.
Una prima "selezione " è stata operata attraverso vari (e discutibili) parametri dalle Direzioni generali regionali e poi, nelle diverse province, i neonati Centri servizi amministrativi, vale a dire gli ex provveditorati, hanno dovuto applicare gli stessi parametri alla situazione provinciale.
Risultato: a circa due mesi dalla fine della scuola molti docenti si sono visti recapitare la fatidica missiva con cui si comunica loro l'individuazione come soprannumerari e in pochi giorni sono stati costretti a presentare domanda di trasferimento, pena il rischio di essere scaraventati d'ufficio dove capita.
Per attutire l'effetto di questa operazione nella contrattazione sulla mobilità di quest'anno il sindacato ha ottenuto una nuova forma di domanda condizionata, che consente di chiedere il trasferimento, senza però rinunciare per un anno alla titolarità.
Questa formula consente al soprannumerario di essere riassorbito di diritto nel caso dovessero liberarsi dei posti nella scuola, ad esempio per il pensionamento di qualche collega.
Ma nonostante questi accorgimenti il disagio è palpabile. E lo dimostra anche il fatto che ancora il ministero non è in grado di valutare l'effetto dell'operazione. Per ora gli unici dati di cui l'amministrazione, è in possesso riguardano la scuola elementare e la scuola materna, dove, sempre secondo l'amministrazione, la nuova norma contrattata avrebbe fatto miracoli riducendo a poche centinaia i trasferimenti effettivi.
Ma mancano ancora i dati della secondaria: è qui che si addensano i principali problemi in ragione di un terzo fenomeno che vi incide.
Nella secondaria, infatti, oltre ai tempi lunghi e alle riduzioni secche di organico, gioca la scomparsa degli spezzoni, i quali formeranno cattedre tra varie scuole solo se in ogni singola scuola qualche docente di ruolo non avrà accettato di coprirli. Insomma i tagli non hanno risparmiato il personale di ruolo, nonostante il ministero assicurasse il contrario.
Ma è il personale precario ad avere i problemi più seri a causa delle circa 10.000 nomine in meno rispetto a quelle previste nel triennio dalla finanziaria del 2000.
E incombe un pericolo anche maggiore. Ci si chiede infatti se ce la farà il sistema informativo del ministero a predisporre entro il 31 maggio le nuove graduatorie in modo da effettuare le nomine in ruolo entro il 31 luglio.
Sono queste le date che inderogabilmente furono fissate col Decreto legge 255 del 2001 dall'allora neo-ministro Moratti, la quale stabilì anche che queste operazioni dovessero compiersi ogni anno.
Ora succede che le ultime domande sono state spedite il 21 marzo: allo stato attuale non si sa esattamente quanti siano i soggetti interessati ma gli uffici competenti stimano che siano oltre trecentomila, quasi il doppio dei dati trattati nella scorsa edizione.
Nella scorsa edizione per trattare i dati in via provvisoria ci vollero da sei a dodici mesi a seconda delle province.
Oggi al termine della scadenza del 31 maggio manca poco più di un mese.
Ora ci si chiede che cosa farà il ministero. Derogherà a queste date arrivando ad operare sulle nomine ad anno scolastico inoltrato? Cioè: farà tutto quello che i governi precedenti avevano fatto e che si voleva evitare indicando quelle date tassative? Oppure farà slittare di un anno le graduatorie e con ciò le nomine, attirandosi l'ostilità degli aspiranti e ammettendo che la riapertura annuale delle graduatorie è un'impossibile utopia? Oppure ancora nominerà dalle vecchie graduatorie, tirandosi dietro qualche contenzioso?
Comunque vadano le cose è evidente che lo scorso anno con quel decreto, allora praticabile perché buona parte del lavoro era già stato fatto nella gestione ministeriale precedente, si è sopravvalutata la capacità operativa del Ministero e si è sottovalutata la dimensione reale dei problemi.
Mercoledì 17 aprile 2002
Pino Patroncini
Cgil Scuola