FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3766189
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » kataweb-L'ombra del "concorsone" di P.Patroncini

kataweb-L'ombra del "concorsone" di P.Patroncini

L'ombra del "concorsone" di Pino Patroncini La notizia l'ha messa in prima pagina il Messaggero di venerdì 5 aprile: stipendi raddoppiati per i professori che lavoreranno a tempo pieno e che sar...

10/04/2002
Decrease text size Increase text size
Kataweb

L'ombra del "concorsone"
di Pino Patroncini

La notizia l'ha messa in prima pagina il Messaggero di venerdì 5 aprile: stipendi raddoppiati per i professori che lavoreranno a tempo pieno e che saranno scelti sulla base di titoli universitari superiori alla laurea. Questi insegnanti saranno considerati "professori esperti".
L'indiscrezione verrebbe dalla Commissione ministeriale che sta mettendo a punto criteri di progressione di carriera e non arriva a caso: potrebbe essere un modo per mettere subito i piedi nel piatto di un rinnovo contrattuale per il quale nelle prossime settimane i sindacati confederali presenteranno le prime ipotesi di piattaforma.
Se non che il sottosegretario Valentina Aprea nel corso della stessa giornata si è affannata a smentire: "Non c'è ancora nulla di definitivo". E il responsabile scuola di Forza Italia, Mario Mauri, di fronte al timore che l'annuncio venisse letto come "aumenti solo per coloro che aumenteranno l'orario di lavoro", ha ribadito la sua propensione perché lo stipendio degli insegnanti sia ispirato alla meritocrazia.

Eppure la cosa non è una novità: il progetto di riforma scolastica elaborato per conto del ministero dal professor Bertagna prevedeva esattamente questa cosa. Nella parte relativa alla formazione degli insegnanti, laddove per un insegnante normale è prevista una laurea specialistica disciplinare accompagnata da un biennio di formazione-lavoro supportato da corsi universitari legati alla didattica, si ipotizza la presenza di ulteriori semestri universitari i quali servirebbero a realizzare figure docenti superiori con compiti di coordinamento o, se i semestri frequentati sono più di uno o due, di docente "aggregato", una definizione mutuata direttamente dal sistema scolastico francese dove esistono i certifiés, vale a dire i docenti con una semplice laurea abilitante, e gli "agrégés", in possesso di un post lauream definito, appunto, "agrégation".

Come mai tanta reticenza? E' presto detto: il tema di una carriera professionale potrebbe rappresentare uno dei punti più spinosi del contratto. Spinoso sia nei rapporti tra sindacati e ministero, sia nei rapporti tra le parti e la massa degli insegnanti. In Italia, tolti gli scatti di anzianità, non esiste per gli insegnanti nessuna seria prospettiva di carriera. Ma quando nello scorso contratto nazionale della scuola si trattò di applicare l'ormai famigerato "articolo 29", che prevedeva un concorso interno per accedere a un beneficio annuo di sei milioni di lire, ci fu l'insurrezione degli insegnanti, la quale, tra l'altro, ebbe anche la benedizione degli onorevoli Fini e Aprea, vistosamente presenti alla manifestazione sulla scalinata del ministero di viale Trastevere.
Prima di pensare alla carriera di pochi si pensi agli aumenti di tutti, si diceva allora: la parola d'ordine divenne "stipendi europei", tuttora in auge, e il ministro Berlinguer, che aveva firmato l'accordo, perse il posto.

Oggi al posto di un concorso interno, si propone una formalizzazione universitaria. E, nonostante tutta la cattiva fama di cui gode l'organizzazione didattica delle nostre università, è vero tuttavia che l'immaginario collettivo, anche tra gli insegnanti, è disposto ad attribuire ad un titolo universitario un'oggettività che difficilmente si attribuirebbe ad una procedura concorsuale. Quindi la scelta si dimostra un po' meno improvvisata della precedente.

Ma è per ciò stesso possibile che questo eviti un meccanismo concorsuale?
Innanzi tutto vi è il problema del numero dei posti, che comporterà comunque una selezione per accedervi.
In secondo luogo sembra un po' problematico pensare ad una categoria docente come quella italiana, ormai in maggioranza "over 45", che torna in massa all'università.

Per capirci meglio può essere illuminante il modello francese, a cui di fatto le scelte del Ministero, in maniera più o meno confessa, si ispirano. I superprofessori d'oltralpe, abbiamo visto, sono in possesso di uno specifico titolo universitario chiamato "agrégation", ma coloro che entrano grazie a questo titolo, con la cosiddetta "agrégation externe", non sono che una minoranza.
Il grosso degli "agrégés" arriva dalle schiere dei docenti normali, i "certifiés", attraverso la "agrégation interne", una sorta di doppio canale riservato al personale già in servizio: in parte tramite concorso, in parte tramite una graduatoria a scorrimento. Per accedervi occorre avere compiuto i 40 anni di età e avere almeno 10 anni di servizio, di cui 5 nel ruolo di certifié.

E' perciò difficile sfuggire ad un meccanismo di valutazione concorsuale e gli insegnanti italiani hanno già dimostrato che non ci stanno a farsi dividere in più bravi e meno bravi.
Martedì, 9 aprile 2002

Pino Patroncini


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL