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ItaliaOggi: Università, la Gelmini vara l'anticipo della riforma

Il dl mira a venire incontro alle richieste del mondo accademico (anche se il taglio sul fondo ordinario per il 2010 resta tutto

07/11/2008
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ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

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Università, ci siamo. Alla fine di una settimana di intense trattative, e di una seduta fiume del consiglio dei ministri, ieri Mariastella Gelmini è riuscita a portare a casa il decreto legge che riforma i concorsi, innalza il tasso di turnover, rimpingua i fondi delle università migliori e dà più soldi per le borse di studio e le case degli studenti.

Il dl mira a venire incontro alle richieste del mondo accademico (anche se il taglio sul fondo ordinario per il 2010 resta tutto, «ci sarà tempo però per tagliare in modo selettivo», promette il ministro) e a svelenire un clima molto, troppo teso, che stava innescando polemiche anche interne alla maggioranza di governo. In particolare con Alleanza nazionale, che in questi giorni si è fatta portavoce nel Pdl delle ragioni delle università. Una urgenza per la Gelmini, questa di gettare acqua sul fuoco dopo l'incendio già divampato nella scuola, tanto che il dl messo a punto dal dicastero dell'istruzione e università è stato rivisto nel corso del Cdm proprio per evitare ulteriori fratture con gli atenei. In particolare la norma che costringe a rifare le commissioni giudicatrici dei concorsi già indetti per il reclutamento dei docenti, circa 3700, e dei ricercatori, 320. La Gelmini ha tenuto comunque a precisare che non si tratta della vera e compiuta riforma dell'università, che questa sarà assegnata a una serie di disegni di legge e che per compierla ci sarà «tutto il tempo di una intera legislatura». Insomma, ampio spazio alla discussione e al confronto, nessun colpo di mano, come invece ha accusato sulla scuola l'opposizione. Per il momento, il ministro si è limitata a indicare le quattro priorità: riforma del reclutamento per professori e ricercatori, revisione del dottorato di ricerca, nuovo sistema di valutazione e governance. «Abbiamo imboccato la strada del vero rinnovamento, che farà bene a tutti, prof e studenti», commenta soddisfatto Giuseppe Valditara, responsabile università di An. Ma qualcosa cambia già da subito. Ecco cosa.

Commissari, tutto da rifare

La Gelmini, fortemente intenzionata a dare un segnale di svolta sul fronte della meritocrazia, si è battuta che i componenti delle commissioni fossero estratti a sorte su base nazionale, fra quanti-titolari della cattedra interessata- ne facessero richiesta. L'ultima versione del dl- seppur non ancora ufficiale- parla invece di un membro interno e di quattro sorteggiati in una rosa di 12 eletti dalla stessa facoltà. Un decreto ministeriale ad hoc sarà firmato entro 30 giorni per spiegare le modalità. «Il nostro obiettivo è di evitare subito che l'esito dei prossimi concorsi sia già predeterminato», ha spiegato il ministro. Un'urgenza che spiegherebbe il ricorso a un decreto legge. Quello che è certo è che comunque ci sarà uno slittamento dei concorsi, che andrebbero a gennaio 2009.

Voti, ma internazionali

La valutazione da parte delle commissioni dovrà essere svolta in base ai titoli e alle pubblicazioni dei candidati. Compresa la tesi di dottorato, ma soprattutto utilizzando parametri riconosciuti anche a livello internazionale nel soppesare titoli ed esperienze.

Chi sfora non assume

Le università statali che, al 31 dicembre di ogni anno, sforano sul capitolo delle spese per il personale la quota del 90% dei fondi trasferiti dallo stato non potranno fare selezioni nell'anno successivo, comprese quelle che sono già state indette e per le quali scatta la revisione delle commissioni d'esame. Per gli stessi atenei spendaccioni, non ci sarà la ripartizione dei fondi relativi al 2008-2009.

Un ricercatore per due prof

Eliminato il blocco -giudicato troppo stringete dai rettori- del turn over previsto dal decreto legge 112/2008: un nuovo assunto ogni 5 pensionati. Ora ogni due docenti che vanno via se ne assume uno, recita il dl Gelmini. Parametro che cambia se la spesa è destinata ai ricercatori: per ogni docente che va in pensione le università potranno assumere 2 ricercatori. Il dl infatti prevede che ogni ateneo deve destinare almeno il 60% dei fondi risparmiati con i pensionamenti all'assunzione di ricercatori a tempo determinato e indeterminato.

Enti di ricerca senza taglio

Il dl Gelmini elimina anche la riduzione delle piante organiche del personale non dirigenziale degli enti di ricerca, previsto sempre dall dl 112, ovvero la manovra finanziaria estiva. La norma, articolo 74, prevedeva una riduzione del 10% da farsi entro questo novembre. In questo modo diventava molto difficile per alcuni enti fare assunzioni. Con l'intervento del decreto legge, si fanno invece salvi quei posti di organico oggi scoperti e sui quali gli enti potranno tornare ad assumere.

Premiate le migliori

A partire dal 2009, non meno del 7% del fondo di finanziamento ordinario sarà ripartito tra gli atenei virtuosi: circa 500 milioni di euro per premiare chi ha i migliori risultati nei processi formativi e svolge attività di ricerca scientifica all'avanguardia, ma anche chi riduce i corsi con pochi studenti e le sedi distaccate poco frequentate. A definire i criteri di valutazione sarà un decreto del ministero, da emanarsi entro il prossimo dicembre, sulla base dei suggerimenti formulati dal Cnvsu e il Civr, i due enti di valutazione.

Borse e case per tutti

Per garantire il diritto allo studio, ci saranno altri 135 milioni di euro sul fondo per le borse di studio dell'anno 2009. Dovrebbero così essere soddisfatti tutti i 180 mila richiedenti, dei quali ad oggi circa 40 mila, ha ammesso il ministro, rimanevano fuori.

Per realizzare più alloggi e residenze per gli studenti, il fondo apposito è incrementato di 65 milioni di euro.

Tagli per assumere

La revisione del turn over, con la possibilità di assumere un prof ogni due che vanno via, è stata quantificati in 24 milioni euro per il 2009, in 71 milioni di euro per il 2010 e in 141 milioni a decorrere dal 2011. La copertura è stata trovata attraverso un nuovo taglio, che è stato spalmato sui vari capitoli di spesa dei ministeri. Ad esclusione di quelli dello stesso ministero dell'istruzione e università.

Più lingue

Nelle linee guida sulla riforma futura dell'università si prevede, tra l'altro, di incentivare i corsi di laurea, e in particolare di laurea specialistica, con insegnamenti in lingua straniera. Tra gli obiettivi, la revisione delle procedure di accesso ai corsi a numero programmato.

Buste paga variabili

La Gelmini punta anche a diversificare gli stipendi dei prof, eliminando automatismi salariali. Un fronte, questo, sul quale troverà certamente un alleato nel collega della funzione pubblica, Renato Brunetta.


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