ItaliaOggi: Università internazionali, l'Italia è fanalino di coda
Bocciatura secca nella quinta edizione della più prestigiosa classifica.
Bocciatura secca per le università italiane anche nella quinta edizione dell'Arwu (Academic ranking of world university), la più prestigiosa classifica degli atenei del mondo. I responsabili dell'istituto di alta educazione dell'università di Jiao Tong di Shanghai, che curano questa graduatoria, hanno infatti relegato i nostri atenei tutti abbondantemente oltre la centesima posizione. Stravince la Top 500 Harvard, seguita da Stanford e Berkeley, poi Cambridge prima europea. Il voto è ottenuto tenendo conto al 40% dal numero di Nobel o premiati di altissimo livello che insegnano nelle varie università, e inoltre si tiene conto di quante volte questi docenti vengono citati nelle ricerche a proposito dei principali 21 argomenti scientifici. Un altro 40% arriva dalla ricerca svolta nelle università stesse, tenendo conto anche di quanti articoli Nature e Science traggono da questi studi. Un 10% lo valgono i Nobel e i premiati ad altissimo livello che hanno studiato in passato presso i vari atenei, e infine l'ultimo 10% arriva dalle performance delle università in rapporto alle dimensioni. Seguendo questo principio, Statale di Milano, Università di Pisa e La Sapienza di Roma ottengono circa 20 punti e guidano la classifica nostrana posizionandosi a livello mondiale tra le posizioni 102 e 150. La capolista Harvard di punti ne ottiene 100, l'università di Parigi 06 prima dell'area dell'Euro 33,8. Più del doppio di Padova e Torino che si trovano tra la posizione 150 e la 200. Il Politecnico di Milano è l'unico tra la 200a e la 250a posizione. Prima di quota 300 troviamo ancora Bologna e Firenze, oltre la Normale di Pisa, la Federico II di Napoli, Palermo, Pavia e Perugia. Tra quota 400 e 500 infine Trieste, il Politecnico di Torino, Cagliari, Ferrara, Siena e Roma Tor Vergata. Proprio quest'ultima è una new entry rispetto a 12 mesi fa, allora però almeno La Sapienza era tra le top 100. In generale pesiamo per il 3,9% di questa classifica dove gli Stati Uniti la fanno da padrone con il 53,3% delle università top 100 e il 32,7% delle top 500. Unica consolazione siamo ancora davanti alla Cina che rappresenta il 2,8% del totale della classifica. A livello di continenti l'Asia infatti rappresenta solo un quinto della top 500 e il 9% della top 100. Europa e Americhe la fanno da padrona anche nella top 20 con 17 atenei Usa, due inglesi (Oxford e Cambridge), un duopolio rotto solo dall'università di Tokyo. Guardando all'Europa l'Inghilterra oltre alle sue due più antiche e celebri università, occupa anche il terzo e quarto posto con l'Imperial college e l'University college di Londra. Quinto è lo Swiss federation institute of technology di Zurigo. Si devono poi scorrere ben 40 posizioni nell'elenco europeo dell'Arwu prima di trovare le nostre università, che si salvano solo grazie al gran numero di studenti e alle glorie passate, mentre valgono pochissimo oggi per articoli pubblicati, docenti premiati e ricerca svolta all'interno delle proprie strutture