ItaliaOggi: Università, il Miur pensa al restyling
Lettera della Gelmini alla Crui e al Cun
Governance di ateneo, reclutamento docenti, ma anche valutazione e diritto allo studio. È un'azione a tutto tondo quella su cui vuole mettere mano il ministro dell'istruzione, università e ricerca Mariastella Gelmini che, in una lettera inviata alla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e al Consiglio universitario nazionale (Cun), ha annunciato di voler procedere «nelle prossime settimane all'adozione di un piano programmatico che preveda le linee guida di riforma dell'università e della ricerca». Alla vigilia del nuovo anno accademico, quindi, il ministro sembra essersi ricordato anche dell'università e della ricerca definiti come «infrastrutture strategiche del paese», e chiede una mano ai suoi due organi consultivi invitandoli fin d'ora a iniziare riflessioni che saranno poi oggetto di una riforma complessa di sistema. Ed è proprio su questi temi che si è soffermata l'attenzione dell'assemblea della Crui di ieri che però, prima di tutto, è tornata sul problema dei tagli imposti dalla legge finanziaria. Perché se per il 2009 la situazione potrebbe essere ancora sostenibile, per gli anni successivi e «in assenza di provvedimenti adeguati, ai rettori non resterà che trarre le uniche conseguenze possibili e coerenti con le loro responsabilità di fronte ai rispettivi atenei e al paese». Una minaccia che si potrebbe tradurre in dimissioni in massa, blocco della didattica, ricorsi alla magistratura o altri provvedimenti. Il tempo a disposizione, si legge ancora nel documento del Crui, è brevissimo e in questo modo gli atenei «non saranno in grado di chiudere in pareggio i propri bilanci, facendo fronte ai loro impegni didattici, scientifici e di servizio, già a partire dal 2010». Insomma i rettori chiedono al «governo e al parlamento in quale misura formazione e ricerca siano considerate strategiche per lo sviluppo e nello stesso tempo tracciano una rotta sulle maggiori criticità e urgenze». Prima fra tutte la governance degli atenei attualmente vincolata da una normativa superata e che, per i magnifici, va conseguentemente rivista in funzione di un coerente e rinnovato modello istituzionale, riconsiderando in tale prospettiva il complesso delle funzioni decisionali e la competizione dei vari organi. Tra le priorità la Crui individua, poi, le modalità di reclutamento della docenza ponendo fine «all'assurda situazione che vede una legge in vigore non applicata e riattivata invece una normativa già abrogata e sulla quale sono state già espresse forti riserve». Da rivedere poi il dottorato di ricerca nella prospettiva di un innalzamento degli standard richiesti per l'accreditamento delle relative scuole e il diritto allo studio rivedendo i criteri e le risorse assegnate insieme a un'adeguata offerta dei servizi. Infine l'annoso tema della valutazione di cui, per la Crui, è necessario riprenderne al più presto l'iter per misurare con omogeneità e trasparenza i risultati prodotti dai singoli atenei anche in vista di una conseguente attribuzione delle risorse.