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ItaliaOggi: Università e ricerca, si punta a stanziamenti di 200 milioni

Anticipazione del sottosegretario al Miur, Luciano Modica, nel corso di un convegno.

17/11/2006
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ItaliaOggi

di Benedetta P. Pacelli

Si aprono nuovi spiragli per le risorse previste in Finanziaria per università e ricerca. E nel mare magnum di emendamenti governativi potrebbero arrivare stanziamenti aggiuntivi per un totale di 200 milioni di euro. La speranza per il settore arriva dalle parole del sottosegretario all'università Luciano Modica, che, a margine di un convegno sul futuro dell'università organizzato dall'Aspen Institute Italia, ha confermato come per il settore la partita non possa dirsi chiusa. Le conquiste del dicastero guidato da Fabio Mussi potrebbero infatti andare oltre quei 110 milioni di euro strappati a Tommaso Padoa-Schioppa qualche giorno fa. Finanziamenti che, come ha tenuto a precisare Mussi, sono risorse aggiuntive: 60 milioni già presentati in un emendamento depositato, fondi nuovi rispetto al testo in entrata della Finanziaria, più altri 50 milioni. Una boccata d'ossigeno per il mondo accademico e soprattutto per la ricerca, che, come ha precisato Modica, è il settore che soffre di più, visto che il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei è stato escluso dal taglio dell'articolo 53, mentre lo stesso non è stato fatto per gli enti di ricerca. Insomma, ha assicurato il sottosegretario all'università, sulla Finanziaria si sta ancora lavorando, intervenendo, per esempio, sull'ormai famoso taglio dei consumi intermedi, ´o eliminandolo per l'università oppure compensandolo con crediti d'imposta incentivati da comportamenti virtuosi'. E proprio di comportamenti virtuosi e quindi di valutazione si è parlato in occasione dell'incontro che si è svolto ieri a Roma ´L'università motore dello sviluppo del paese: meritocrazia e concorrenza', a cui ha partecipato, tra gli altri, il ministro per le riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione Luigi Nicolais. In particolare, si è discusso dell'annunciata Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario, sui cui il ministro Mussi ha scommesso molto e sulla cui utilità hanno concordato tutti i partecipanti al convegno. La creazione di un'Agenzia di valutazione che potrà valutare gli obiettivi e controllare i risultati in ogni processo è un modo per riuscire a premiare i centri di eccellenza affidando al rendimento la quota crescente del budget complessivo dei finanziamenti. L'Agenzia, come ha poi spiegato Nicolais, farà valutazioni ´macro, ovvero delle singole università e anche delle singole aree tematiche, ma non entrerà nel merito dei singoli docenti'. A questo scopo, ha spiegato il ministro, dovranno invece far fronte ´le singole università'. Ma per ottenere risultati di qualità ed efficienza non è sufficiente dare vita solo a un sistema di finanziamenti e di incentivi del virtuoso. È invece necessario, secondo Alberto Quadrio Curzio, preside della facoltà di scienze politiche dell'università Cattolica di Milano, riformare la governance del sistema universitario introducendo principi di efficienza e di efficacia correlati a una diversa articolazione dei ruoli di rappresentanza della comunità scientifica e ruoli organizzativo-gestionali.
E tra le ricette per migliorare il sistema il vicepresidente di Confindustria con delega per l'università, Gianfelice Rocca, ha lanciato la proposta di aumentare le tasse di iscrizione, spingendo così anche le famiglie a una maggiore attenzione e destinando però i maggiori introiti a borse di studio al merito. Sempre in tema di risorse le novità annunciate sembrano non scongiurare lo sciopero già da tempo proclamato dai sindacati di categoria per la giornata di oggi. Le associazioni sindacali, infatti, continuano a parlare di ´risorse insufficienti, ai limiti della sopravvivenza, di tagli impropri ai bilanci che minacciano la funzionalità delle università e degli enti pubblici di ricerca e di risposte minimali ai gravi problemi del reclutamento del precariato'.

Gli allarmi arrivano anche dal Consiglio universitario nazionale (Cun) per i passaggi che riguardano la gestione e il riordino degli enti di ricerca. Capitoli, secondo il Cun, che, se approvati, ´darebbero all'esecutivo la facoltà di ristrutturare o addirittura sopprimere con regolamenti enti di alta cultura quali il Cnr, l'Asi, l'Infn e l'Inaf.


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