ItaliaOggi: Università, c'è il nuovo 3+2
Approdano in G.U. i due decreti ministeriali sui corsi triennali e magistrali
di Benedetta P. Pacelli
Classi di laurea riviste al debutto dal 2008/09
Università, si cambia. Dal 2008 il numero degli esami per le lauree triennali e per quelle magistrali non potrà superare un tetto prestabilito. E la metà delle docenze dei corsi dovrà essere appannaggio, tranne casi eccezionali, di professori o ricercatori di ruolo. Sono alcune delle novità contenute nei due decreti del ministero dell'Università che ridisegnano i corsi di laurea triennale e magistrale pubblicati ieri su S.O della Gazzetta Ufficiale n. 155. Le università avranno tempo fino all'anno accademico 2010/2011 per apportare tutti le modifiche che saranno introdotti gradualmente dal 2008 /2009. Il testo riveduto e corretto prevede nelle lauree triennali un tetto massimo di 20 esami (180 crediti), mentre per le lauree magistrali sono previsti al massimo 12 esami (120 crediti), con un chiaro invito per le università a far sì che più moduli (esami) vengano aggregati al fine di raggiungere uniche prove finali e meno frammentazione didattica. Si inasprisce quindi il tetto previsto dai decreti Siliquini che aveva stabilito 8 o in alcuni casi 10 prove l'anno, per un totale, solo per la laurea triennale, di 30 esami. Accolte anche le richieste delle rappresentanze studentesche che vedevano scandire l' anno accademico in una serie infinta di esami che l'entrata in vigore del 3+2 (dm 509/99) aveva previsto. I nuovi esiti si soffermano anche sul problema dei crediti che aveva suscitato non poche polemiche. Il riconoscimento obbligato dei crediti universitari, in caso di trasferimento da un ateneo all'altro, aveva visto la rivolta dei rettori che vedevano nella norma un serio limite all'autonomia e si vedevano negare il diritto e il dovere di intervenire sulla qualità dei crediti acquisiti all'interno di un'altra esperienza di studio. La Siliquini era stata costretta a fare un passo indietro, chiedendo invece agli atenei il riconoscimento del maggior numero possibile dei crediti vincolati e restituendo così la palla tra le mani degli accademici. Mussi va ancora oltre e stabilisce che agli studenti che cambiano sede o corso vada riconosciuto il maggior numero possibile di crediti secondo criteri e modalità previsti dal regolamento del corso di laurea di destinazione. Quando il trasferimento avviene nell'ambito di una stessa classe la quota di crediti deve essere pari al 50% di quelli maturati. Questo limite però non si applica nel caso di studenti provenienti dalle università telematiche. Un altro paletto è quello del riconoscimento da parte degli atenei di conoscenze e di abilità professionali certificate, le famose, convenzioni tra atenei e enti pubblici per laureare l'esperienza che ora non potrà valere più di 60 crediti per la laurea triennale e fino a 40 per quella magistrale. Il numero delle classi di laurea triennale resta 43, mentre le magistrali scendono da 104 a 94. Possibile, però, la creazione di corsi interdisciplinari biclassi. Non potranno, invece, essere istituiti corsi di laurea magistrale se le attività formative non si differenziano di almeno 30 crediti, mentre per le lauree triennali la differenza deve essere di almeno 40 crediti.