ItaliaOggi: Una marcia indietro professionale
Una circolare per sperimentare dal prossimo settembre il nuovo obbligo scolastico a 16 anni.
Prima bocciano la Moratti sui corsi regionali, poi la copiano
Tutti a scuola almeno fino ai 16 anni, aveva promesso il centrosinistra in campagna elettorale. Fino a 16 anni, tutti i giovani devono essere uguali, non dovranno scegliere, come invece impone la riforma Moratti, tra il prosieguo degli studi, finalizzato a un diploma e a una laurea, e i corsi di formazione professionale, finalizzati a trovarsi quanto prima un lavoro. Una scelta troppo precoce, ha stigmatizzato il centro-sinistra quando era all'opposizione, che spesso è frutto dei condizionamenti sociali più che delle reali potenzialità del ragazzo. E così, arrivati al governo, il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, e la sua vice, Mariangela Bastico, perfetta espressione del connubio della maggioranza (margheritino il primo, diessina la seconda), hanno smantellato la riforma della scuola messa a punto da Letizia Moratti. Attraverso interventi legislativi ( in primis la Finanziaria 2007 e il decreto Bersani sulle liberalizzazioni), più spesso regolamentari vista l'esiguità della forza del centrosinistra in parlamento che sconsiglia riforme complessive, di ampio respiro. ma si sono ben presto resi conto che strutturare una nuova scuola superiore, per esempio, è operazione quanto maicomplessa: riguarda programmi, orari e organizzazione del personale. Per portarla a regime, il ministero avrà tempo fino 2009/2010. E così, stretto tra l'impossibilità di offrire nell'immediato scelte completamente nuove rispetto al passato, la necessità di dare comunque un segnale di svolta e l'obbligo di innalzare il libello dei diplomati e qualificati, Fioroni ha trovato l'escamotage della sperimentazione. Che consente di buttare nel cestino la riforma Moratti, salvo poi mantenerne in vita, seppur in via sperimentale, alcuni capisaldi. E' il caso del nuovo obbligo scolastico a 16 anni, introdotto dalla Finanziria. Un regolamento ministeriale sul biennio delle superiori obbligatorio per tutti, e sui suoi contenuti minimi, è stato inviato dal ministro Fioroni al Consiglio nazionale della pubblica istruzione, mentre una circolare sarà inviata alle scuole in questi giorni, visto che la registrazione del regolamento potrebbe non arrivare in tempi utili. Per dire che dal prossimo settembre si sperimenta il nuovo obbligo. Di istruzione e non formazione professionale, recita la legge finanziaria e ripete la nota. Un obbligo che però i ragazzi dal prossimo anno potranno assolvere anche nei vituperati corsi di formazione regionali previsti dalla riforma Moratti, ribadiscono regolamento e circolare. Fin quando la nuova disciplina non andrà a regime, l'istruzione obbligatoria si realizza ´in via transitoria', precisa il regolamento, ´nei corsi triennali di istruzione e formazione professionale' previsti dalla Moratti. Nulla dice il regolamento su nuovi requisiti che i corsi dovranno avere a garanzia della loro qualità, su nuovi criteri di accreditamento dei centri di formazione, rinviando a una specifica intesa in conferenza unificata con le regioni. Nessuna scadenza è prevista perché l'intesa sia raggiunta. Del resto, si sa, i rapporti tra ministero e regioni non sono proprio idilliaci, su tanti fronti, dalla competenza per esempio sul personale scolastico, che le regioni rivendicano in esclusiva (a seguito della riforma del titolo V della Costituzione), a quello della formazione. Un terreno minato, insomma, quello del confronto ministero-regioni. Intanto, per il prossimo anno tutto resta com'era: i corsi triennali sono quelli già attivati con il precedente ordinamento morattiano, così come restano le stesse le strutture che possono realizzarli. E così in alcuni istitui scolastici, soprattutto del Nord, sono stati issati striscioni di protesta: no alla riforma FioRatti, recitano. A sintetizzare la contrarierà alla scuola ibrida che da settembre andrà in scena.