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ItaliaOggi: Tutti al lavoro anche senza posto

La proposta all'esame di Sacconi, in aiuto ai 25 mila precari che la riforma manda a casa

17/03/2009
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ItaliaOggi

Di Alessandra Ricciardi
Misura alternativa all'assegno di disoccupazione, per un anno
Le cifre sono ancora ballerine, molteplici le variabili: dal numero dei pensionamenti, che hanno sfondato al momento quota 38 mila, all'esclusione per il 2010 dei tagli delle Superiori, su cui ancora deve dire la sua l'Economia. Sta di fatto che, secondo stime prudenziali di viale Trastevere, il regolamento sugli organici di prossima emanazione, attuativo della riforma Gelmini, rischia di mandare per strada circa 25 mila precari. Lavoratori che hanno finora avuto contratti di supplenza e che dal prossimo settembre dovranno cercarsi un altro impiego, giacché materialmente non esisteranno più i posti da coprire. Visto il forte impatto sociale- e politico- che potrebbe avere un risultato occupazionale di questa portata, l'Istruzione ha avanzato al ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, la proposta di ricorrere a una misura alternativa di ammortizzatore sociale: invece del normale assegno di disoccupazione (con requisiti ordinari o ridotti, a seconda dei casi), rinnovare per il prossimo anno il contratto a tutti i precari che hanno maturato almeno 180 giorni di lavoro quest'anno. Gli insegnanti e i bidelli in questione potrebbero essere utilizzati dall'amministrazione locale per supplenze improvvise (anche le sostituzioni causa maternità che oggi sono a carico del Tesoro) oppure su progetti speciali, dalla dispersione scolastica all'immigrazione, ma anche in corsi di riconversione professionale. Una ipotesi, questa dell'Istruzione, a cui culturalmente Sacconi non è affatto lontano, vista la filosofia della sua riforma degli ammortizzatori sociali: preferire sempre la formazione e il lavoro, anche a fronte di uno stipendio più basso, all'inerzia della disoccupazione. E poi le differenze finanziarie, tra indennità di disoccupazione e supplenza, nella scuola non sono eccessive.Per il personale ci sarebbe il vantaggio non solo di salvare l'intero assegno per l'intero anno, ma soprattutto di portare a casa i relativi punteggi per le gradutorie. L'ipotesi è stata avanzata anche in risposta all'inziativa del duo responsabile Scuola e università del Pd, Giuseppe Fioroni e Mariangela Bastico, che tra camera e senato hanno presentato emendamenti per tutelare che perderà il posto di lavoro nella scuola. In sostanza, si prevede di introdurre, in via straordinaria, «un'indennità di disoccupazione per il personale scolastico che abbia avuto un incarico di almeno 180 giorni per quest'anno». Indennità pari al 60% della retribuzione per i primi dodici mesi e al 50%, nei secondi dodici mesi. Anche se, commenta la Bastico, «l'aumento delle richieste di tempo pieno da parte delle famiglie comporterebbe un incremento significativo del monte ore e degli organici rispetto all'ipotesi formulata dal ministero, che rischia di non soddisfare il pacchetto formativo scelto da 300 mila famiglie. Insomma, ci sarebbero gli estremi per sostanziose assunzioni piuttosto che per assegni di disoccupazione».


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