ItaliaOggi: Torna il concorso biennale
Al senato via libera alla manovra 2008. Novità per il reclutamento dei prof
di Antimo Di Geronimo
Per coprire i posti vuoti nell'organico di diritto
Tornano i concorsi ordinari per il reclutamento dei docenti. E parte la riconversione dei docenti soprannumerari in esubero. Sono queste le novità più importanti contenute nel disegno di legge finanziaria approvato in prima lettura dal senato il 15 novembre scorso (S1817). L'organizzazione dei concorsi sarà a cura del ministero della pubblica istruzione, che emanerà appositi regolamenti ai sensi della legge 400 del 1998. I concorsi avranno cadenza periodica e, in ogni caso, non comporteranno sconvolgimenti della disciplina vigente, che rimarrà comunque in vigore. In buona sostanza, dunque, il reclutamento continuerà a essere caratterizzato dalla suddivisione delle disponibilità al 50% tra le graduatorie provinciali dei precari e le graduatorie dei concorsi ordinari. Ma la disciplina andrà a esaurimento. E quindi, fino a quando rimarranno in vigore le graduatorie provinciali (già permanenti ora a esaurimento) le immissioni in ruolo saranno effettuate traendo la metà degli aventi titolo dalle graduatorie a esaurimento e l'altra metà dalle graduatorie dei concorsi ordinari. Ma quando le graduatorie a esaurimento rimarranno prive di aventi titolo, le immissioni saranno effettuate solo tramite i concorsi ordinari. Fermo restando, però, che il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento avverrà al termine di uno specifico percorso universitario analogo a quello già attivato con le scuole di specializzazione all'insegnamento secondario e con i corsi di laurea in scienze della formazione. I concorsi, potranno essere attivati solo se vi saranno posti liberi e se le liste di disponibilità delle classi di concorso di riferimento risulteranno esaurite. Liste che, peraltro, potranno essere costituite solo se, al termine dei corsi di riconversione, i docenti di ruolo in esubero continueranno a risultare incollocabili. A questo proposito, l'articolo 50 del disegno di legge finanziaria prevede che il piano di riconversione del personale docente soprannumerario in posizione di esubero dovrà essere elaborato ed attuato autonomamente dal ministero della pubblica istruzione. E che la riconversione dovrà essere attuata anche prescindendo dal possesso dello specifico titolo di studio richiesto, grazie a corsi di specializzazione intensivi, compresi quelli di sostegno, cui è obbligatorio partecipare.
In parole povere, i docenti che perderanno il posto per effetto della riduzione del numero delle classi nella loro scuola, se non riusciranno ad ottenere una nuova sede di titolarità in sede di mobilità, saranno avviati alla riconversione obbligatoria. Finora, invece, la tipicità degli insegnamenti aveva reso i titoli di accesso alle classi di concorso praticamente infungibili. Adesso il legislatore sembrerebbe incline ad introdurre una sorta di deroga a tale principio. Deroga giustificata con la necessità di assorbire gli esuberi ad ogni costo. Anche perché la normativa vigente, in alternativa alla ricollocazione nello stesso comparto del personale in esubero, prevede la mobilità intercompartimentale (si veda l'articolo 33 del decreto legislativo 165/2001).
Istituto, questo, che non è mai stato regolato in forma sistematica e che, a fronte degli esuberi presenti anche in altri comparti, potrebbe risultare inattuabile. E a questo punto, non resterebbe che il licenziamento, che potrebbe avvenire solo dopo l'inclusione degli incollocabili nelle liste di disponibilità per un periodo massimo di 24 mesi. In questo periodo, però, l'amministrazione scolastica non potrebbe mettere a disposizione dei concorsi i posti che dovessero liberarsi per i pensionamenti, perché dovrebbe prima occuparsi di riassorbire i docenti in disponibilità. E ciò potrebbe vanificare gli esiti degli eventuali concorsi ordinari attivati nel frattempo.