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ItaliaOggi-Tante Attenzioni Per La Scuola, Pochi I Fatti

L'opinione Tante Attenzioni Per La Scuola, Pochi I Fatti Verso gli insegnanti e tutti i lavoratori della scuola registriamo tante attenzioni e pochi fatti. Questi i fatti di cui parliamo:...

23/02/2005
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ItaliaOggi

L'opinione

Tante Attenzioni Per La Scuola, Pochi I Fatti

Verso gli insegnanti e tutti i lavoratori della scuola registriamo tante attenzioni e pochi fatti. Questi i fatti di cui parliamo: aumento degli stipendi, stabilità nel lavoro, riconoscimento professionale, riconoscimento e rimborso di quanto si spende per l'esercizio della propria professione, una card per accesso gratuito ai musei, pinacoteche, siti archeologici, coinvolgimento nei processi di cambiamento e di modernizzazione, strutture idonee e sicure, moderna e funzionante strumentazione informatica, tempestività nell'erogazione dei finanziamenti per le scuole.
È a questi fatti concreti che pensiamo nello svolgimento della nostra funzione di rappresentanza sindacale. Sono queste le cose che negli incontri, nelle assemblee ci sentiamo rappresentare e nelle tante lettere che riceviamo nelle sedi sindacali ci sentiamo ricordare.

I fatti al momento continuano a essere altri: stipendi, tra i più bassi d'Europa, fermi al dicembre 2003, e neanche un cenno di riscontro da parte del governo alla mobilitazione, allo sciopero del 15 ottobre per il rinnovo contrattuale (scaduto nel 2003).

Non rappresenta un fatto positivo la proposta di legge sullo stato giuridico degli insegnanti che gli stessi non condividono per varie ragioni.

Mi limito a elencarne due riportando parte del testo della proposta stessa: 'Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica' (ex articolo 10, comma 4).

È davvero difficile capire come possano essere realizzate nuove funzioni, determinare carriere, come si possa mettere fine alle basse retribuzioni, senza soldi. Misteri di una certa politica.

'Alle elezioni della Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu), di cui all'articolo 21 della legge 15 marzo 1977, n. 59, e, successive modificazioni, partecipa esclusivamente il personale non docente delle istituzioni scolastiche' (articolo 9, comma 2). È singolare che per garantire più libertà, ai docenti, si tolgano loro per legge le Rsu cioè le rappresentanze sindacali di scuola tra l'altro basate su libere elezioni che hanno visto altissima partecipazione e tanti eletti tra gli insegnanti.

Con l'autonomia amministrativa molti compiti dei provveditorati sono stati decentrati alle scuole. È aumentato il lavoro degli assistenti amministrativi e la responsabilità dei direttori amministrativi.

C'è bisogno in ogni scuola di una figura di tecnico e molte delle incombenze, prescindendo dai profili contrattuali, ricadono sul personale Ata. Per gli ausiliari, tecnici e amministrativi devono ancora essere attuate le procedure per i passaggi di qualifica e per le carriere previste dal contratto.

Molti lavoratori docenti e Ata mantengono una condizione di lavoro precario.

Negli ultimi giorni sulla esigenza del rinnovo contrattuale, dell'attuazione del piano pluriennale di assunzioni, della stabilità degli organici, abbiamo sollecitato gli interventi rivolgendoci ai parlamentari, e dato che ancora non c'è stata una convocazione da parte del governo, abbiamo, insieme a Cisl e Cgil, avviato le procedure per la proclamazione di uno sciopero. È ovvio che perdurando l'attuale silenzio del governo, si prospetta una conclusione di anno scolastico davvero calda.

Deve partire una lettera di convocazione da parte del governo, in modo da avviare il confronto per poi dare conclusione al negoziato contrattuale. Silenzi e ulteriori ritardi sarebbero davvero inspiegabili e determinerebbero inevitabilmente l'acuirsi della protesta sindacale.

Desidero pensare che prevarrà la ragione e che nei prossimi giorni la questione concreta possa essere affrontata a palazzo Chigi con esiti positivi per il personale della scuola


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