ItaliaOggi: Supplenze, sanatoria miliardaria
Il via libera al provvedimento d'urgenza è atteso per domani al vertice sui contratti pubblici.
di Alessandra Ricciardi
Sul tavolo di Tps non ci sono soltanto i 600 milioni di debiti
Ci sono scuole che non sono più in grado di fare supplenze. Il che vuole dire che ci sono classi che, in caso di assenza del docente titolare, rischiano di restare scoperte, salvo il soccorso degli altri insegnanti dello stesso istituto. Schiacciate da un debito milionario pregresso, impossibilitate a indebitarsi nuovamente perché non è più consentito, molte scuole, anche se la situazione è diversa da città a città, non riescono a tirare avanti. E i fondi in arrivo dal ministero, la prima tranche del 2007, rappresentano una boccata di ossigeno, largamente insufficiente però a rimettere in sesto le cose. Sulle colpe dell'emergenza, ItaliaOggi ospita gli interventi di Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione nazionale presidi, e di Emanuele Barbieri, capodipartimento del ministero della pubblica istruzione. Che si tratti del frutto dei tagli agli stanziamenti operati nella passata legislatura o di una spesa non sempre oculata da parte delle istituzioni scolastiche, ora poco importa. Sta di fatto che per arginare l'emergenza i fondi inutilizzati delle direzioni scolastiche regionali e dello stesso ministero, in primo tempo individuati come la soluzione dei problemi, sono largamente insufficienti. Per evitare il blocco delle attività, il ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni, ha chiesto al collega dell'economia, Tommaso Padoa-Schioppa, di sgravare le scuole dal pagamento diretto delle supplenze per la maternità, che rappresentano circa i 2/3 della spesa totale per supplenze, ovvero circa 400 milioni di euro annui. Queste tornerebbero a carico dello stesso tesoro. Ma sul tavolo di Tps c'è anche altro: la richiesta per un decreto legge che dovrebbe sanare i debiti del passato. Una richiesta per altri 600 milioni di euro. Un miliardo di euro, complessivamente per il 2007, che consentirebbe alle scuole di rimettere in sesto i conti. Del decreto se ne parlerà domani, quando a palazzo Chigi ci sarà il confronto sul rinnovo dei contratti pubblici. La scuola, tra l'altro, è l'unico comparto del pubblico impiego per il quale Cgil, Cisl, Uil, e da ultimo anche lo Snals, hanno dichiarato lo sciopero, in calendario per il prossimo 16 aprile. Al primo posto, certo, il contratto ma giocoforza anche il reperimento di risorse ulteriori che tolgano il rosso dai bilanci scolastici.´Lo sciopero del 16 aprile è occasione anche per denunciare lo stato di precarietà finanziara nella quale lavorano le scuole', attacca Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil. ´La situazione è insostenibile, almeno le scuole siano sgravate dalle supplenze per maternità', chiede Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. ´Gli istituti sono nel caos, non sono in grado di far fronte al futuro', commenta Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. Restano fuori dalla sanatoria all'esame di palazzo Chigi, i problemi legati al finanziamento diretto delle scuole. I fondi stanziati in Finanziaria, infatti, ora arrivano direttamente alle scuole in base a criteri prefissati. Eppure ci sono istituti che, a parità di condizioni, hanno riscontrato differenze di finanziamento che arrivano al 50%. E c'è da stilare il programma per il 2007, in cui si pianificano gli investimenti: che offerta formativa fare, quali esperti chiamare per attività aggiuntive, per esempio. ´Considerata la situazione di non sufficiente chiarezza, il ministero deve far slittare l'adozione del programma', chiedono i sindacati. Una nuova proroga in vista.