ItaliaOggi: Sul maestro unico il governo chiede un prestito alle scuole
Gli istituti anticiperanno per tre anni i fondi che servono a pagare di più i prof
Alessandra Ricciardi
Per far partire la riforma del maestro unico -uno dei cavalli di battaglia del ministro dell'istruzione, MariaStella Gelmini, le scuole presteranno i soldi al governo. In caso contrario, non ci sarebbero i fondi per pagare di più i maestri, che dal prossimo anno prenderanno in mano da soli una classe e dovranno fare 24 ore di lezioni settimanali e non più le attuali 22. Una differenza, quella delle due ore, per la quale il decreto legge su scuola e università (n. 137/2008), all'esame della camera per il primo via libera sulla strada della conversione in legge, non prevedeva nessuna copertura finanziaria. Un difetto che hanno denunciato prima il Servizio bilancio di Montecitorio, poi la commissione bilancio. Ma non c'è stato niente da fare, il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, nonostante il pressing giunto anche dalla componente forzista del Pdl, non si è chinato: alle richieste di prevedere uno stanziamento aggiuntivo ha risposto picche. Così, il presidente della commissione cultura, nonché relatrice del provvedimento, Valentina Aprea, ha depositato in aula (dove il dl sarà ai voti la prossima settimana, forse con il ricorso alla fiducia) un emendamento con il quale si rivede la norma incriminata. Attingendo fondi dalle stesse scuole. In base a quanto prevede il nuovo emendamento, il ministero dell'economia dovrà nei prossimi mesi quantificare l'onere aggiuntivo della riforma, che decorrerà, precisa un'altra proposta di modifica sempre del relatore, dal 2009 e a partire dalle prime classi. A quel punto ogni scuola si vedrà arrivare dallo stato un finanziamento ridotto rispetto ai parametri ordinari, quel finanziamento con il quale gli istituti pagano direttamente i supplenti e le attività aggiuntive. La quota sottratta dovrà andare a pagare il maestro che fa 24 e non più 22 ore di lezione. Si tratta però di un prestito, perché, quando saranno certificati i risparmi previsti dall'attuazione della riforma della scuola, ovvero nel 2012, i fondi saranno reintegrati.
Intanto, l'iter di approvazione del dl sulla scuola minaccia di complicarsi ulteriormente per le pressioni che in queste ore stanno arrivando dalla Lega. Dopo averla spuntata sull'introduzione dello studio degli Statuti regionali al fianco alla Costituzione, il partito di Umberto Bossi si sta battendo per ottenere il via libera alle classi ponte. Si tratta di classi ad hoc per gli immigrati, nelle quali gli studenti dovrebbero recuperare il gap linguistico che li separa dai colleghi italiani. In Forza Italia i dubbi su una norma del genere sono tanti. E non è escluso che, alla fine, si possa ripiegare su un semplice ordine del giorno.