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ItaliaOggi: Studenti in piazza contro il ministro Gelmini

manifestazioni di scuole superiori e università

11/10/2008
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ItaliaOggi

La riforma della scuola del ministro Mariastella Gelmini proprio non piace. E così, in attesa dello sciopero generale, proclamato giovedì da Cgil, Cisl, Uil scuola insieme con Snals e Gilda (a cui si sono aggiunti gli insegnanti aderenti a Unicobas), ieri sono scesi in piazza gli studenti di scuole superiori e università. Decine di migliaia, 300 mila, per la precisione, secondo l'Unione degli studenti (Uds), hanno manifestato su e giù per l'Italia: a Roma, sempre per l'Unione degli studenti, in 40 mila hanno preso parte alla manifestazione davanti al ministero dell'istruzione. Qui una delegazione di studenti è stata ricevuta dal dirigente generale del personale della scuola, Luciano Chiappetta, e il vicedirettore generale degli studenti, Sergio Scala. Ma al termine della riunione gli studenti si sono detti insoddisfatti e hanno ribadito l'intenzione di continuare le proteste. E poi ancora in 30 mila hanno manifestato a Milano, 40 mila a Napoli e altrettanti a Torino, 15 mila a Salerno, Firenze e Genova, 10 mila a Bologna, Bari e Trieste, 2 mila a Brindisi, 3 mila a Bergamo. Altre migliaia di studenti hanno manifestato nelle altre città. Anche la Rete degli studenti ha aderito alla mobilitazione contro la riforma targata Gelmini, annunciando: oggi siamo in 500 mila in oltre 90 piazze. «Ci mobilitiamo contro i tagli di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, che è la vera riforma messa in campo dal governo Gelmini-Tremonti-Berlusconi».
Lo slogan della protesta è stato: «Ci ribelliamo alle balle scendendo in piazza in tutta Italia. Ci ribelliamo a un governo che approva riforme della scuola a colpi di fiducia», hanno spiegato dalla Rete. «Suoniamole alla Gelmini. Nessun voto in condotta, maestro unico, riforma o privatizzazione potrà fermare la nostra musica. Se la ministra vuole cambiare la nostra scuola gliele suoneremo»: questo un altro degli slogan che hanno accompagnato le manifestazioni. E altre ne sono previste: è fissato per il 17 ottobre lo sciopero generale del sindacalismo di base (Cub, Cobas, Sdl) che avrà riflessi anche sulla scuola. Mentre sempre gli studenti sciopereranno assieme ai sindacati il 30 ottobre e proseguiranno la mobilitazione nella settimana del 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca.

In particolare, gli studenti contestano i tagli per la scuola previsti dalla Finanziaria (8 miliardi in tre anni, con conseguente taglio di 140 mila lavoratori), il ritorno del maestro unico e del voto in condotta, l'abbassamento dell'obbligo scolastico a 14 anni e i finanziamenti agli istituti privati.

Ancora più aspra la presa di posizione degli studenti universitari, che hanno promosso una petizione per chiedere le dimissioni della Gelmini. L'idea è stata della Confederazione degli studenti, la quale ha annunciato che da lunedì raccoglierà le firme in tutta Italia, partendo da Napoli, «per una petizione con la quale chiederemo al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, di rimuovere dall'incarico il ministro», responsabile, per l'associazione nazionale, di creare «danni enormi alla scuola e alle università italiane».

Ieri mattina, intanto, il ministro della semplificazione Roberto Calderoli ha gettato altra benzina sul fuoco: in Italia «il numero dei bidelli è 160 mila. Un parametro non in linea con il resto del mondo. Tantissimi», ha aggiunto, «anche se poi ci dobbiamo rivolgere a strutture esterne per le pulizie o per la gestione della mensa. Ma a questo punto mi chiedo qual è il compito dei bidelli?».


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