ItaliaOggi-Stipendi e riforme innescano scioperi a catena
Stipendi e riforme innescano scioperi a catena La scuola scende in piazza contro la Finanziaria e la riforma Moratti, il blocco degli automatismi stipendiali e il mancato rinnovo dei contrat...
Stipendi e riforme innescano scioperi a catena
La scuola scende in piazza contro la Finanziaria e la riforma Moratti, il blocco degli automatismi stipendiali e il mancato rinnovo dei contratti, con assemblee sindacali, manifestazioni locali, un'ora di sciopero per sette giorni frazionati a livello territoriale e una giornata di astensione generale dal lavoro il prossimo 15 novembre. Il piano nazionale di mobilitazione è stato deciso ieri da Cgil, Cisl e Uil scuola, a seguito del fallimento del tentativo di conciliazione con il ministero dell'istruzione. Si tratta di uno dei piani più ampi di protesta messi a punto dalle confederazioni della scuola negli ultimi anni. E potrebbe essere solo la miccia di quanto potrebbe avvenire nel resto del pubblico impiego, settore invelenito dall'assenza di risposte circa il rinnovo dei contratti.
La vertenza contrattuale è al primo posto anche nella rivendicazione della scuola: i sindacati chiedono l'apertura immediata delle trattative per definire il biennio economico 2004/05 con aumenti medi dell'8%, contro il 3,7% previsto dalla manovra finanziaria 2004. E hanno detto chiaramente di non essere disposti a finanziare il recupero dell'inflazione attraverso il taglio per un anno degli scatti di anzianità (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). Al rinnovo contrattuale sono interessati anche i dirigenti scolastici, la cui intesa è scaduta il 31 dicembre 2001. I sindacati passano poi all'incasso degli impegnati assunti negli ultimi anni dal governo: un piano pluriennale di investimenti per il rilancio del sistema e un piano di assunzioni per eliminare il precariato. Al centro della protesta, anche la riforma Moratti, e la ventilata imposizione del docente tutor, la riforma dello status giuridico degli insegnanti, in discussione in commissione cultura alla camera, e la devolution.
'In passato abbiamo già ritoccato gli automatismi per delineare un nuovo meccanismo di progressione economica, ma gli scatti non si toccano per coprire gli aumenti legati al recupero della perdita di potere d'acquisto dei salari', spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. 'Non c'è traccia di risorse aggiuntive, invece si continua con i tagli, non si fa che aggravare i problemi del settore', aggiunge Enrico Panini, segretario della Cgil scuola. 'La mobilitazione è la diretta conseguenza della politica finora portata avanti nella scuola, che conduce i lavoratori all'esasperazione', argomenta il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima