ItaliaOggi: Sostegno troppo precario per gli studenti disabili
Oltre la metà degli insegnanti di sostegno, infatti, lavora a tempo determinato.
Emanuela Micucci
Il sostegno per l'integrazione degli studenti diversamente abili nella scuola è precario. Almeno sul fronte dei docenti. Oltre la metà degli insegnanti di sostegno, infatti, lavora a tempo determinato. È quanto emerge in una ricerca della Uil scuola, che ha elaborato i dati del ministero della pubblica istruzione. Le prospettive sono positive. La Finanziaria 2008 prevede di stabilizzare nel prossimo triennio il 70% dei docenti di sostegno. Tuttavia i numeri della ricerca fotografano una realtà preoccupante. Mentre aumentano gli alunni disabili che frequentano la scuola, il numero dei docenti di sostegno rimane sostanzialmente stabile. Dall'anno scolastico 1998/99 a oggi si è passati da circa 116 mila alunni a oltre 170 mila, mentre gli organici dei docenti sono aumentati di appena 1.000 unità. Nella scuola dell'infanzia negli ultimi dieci anni la costante crescita dei bambini disabili ha superato le 3 mila unità, di contro si è assistito a un riduzione di 1.300 docenti. Ma è alle superiori la situazione più grave. È occupato un insegnante di sostegno ogni cinque ragazzi disabili. L'indagine rivela un segnale positivo: la Finanziaria in discussione in parlamento prevede un aumento dei posti in organico da 90 mila a 94 mila. È l'alto numero di docenti di sostegno precari (46 mila) a raggiungere livelli di guardia. Perché il cambio continuo di insegnanti per i ragazzi con disabilità è molto negativo. Il più penalizzato è il lavoro dei professori delle superiori, che nell'ultimo triennio hanno registrato l'incremento maggiore di precarietà. Va meglio alla primaria che ha azzerato la differenza tra stabili e precari. La situazione alle medie è a favore dei docenti di ruolo. «Serve attualizzare il quadro normativo di riferimento», spiega Massimo Di Menna, segretario Uil scuola, «per sostenere la professionalità degli insegnanti di sostegno, un'intesa di supporto con gli enti locali, ma anche contratti pluriennali per i docenti.