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ItaliaoGGI: Soldi alle scuole, mancano 300 mln

Sarà una circolare a correggere il tiro sui finanziamenti diretti. Tarsu: sanatoria in salsa verde

06/03/2007
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ItaliaOggi

Sarà una circolare a correggere il tiro sui finanziamenti diretti. Tarsu: sanatoria in salsa verde.

Soldi alle scuole, mancano 300 mln

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Sono su un capitolo sbagliato del bilancio, avviato il recupero

Il decreto che introduce il finanziamento diretto alle scuole è di pochi giorni fa, eppure ha già bisogno di correzioni. In alcuni casi semplicemente interpretative, in altre, invece, di tutta sostanza. Ed è quanto il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, si appresta a fare nei prossimi giorni con una circolare. Per chiarire quanto nel decreto non è chiaro affatto e spegnere sul nascere il fuoco delle polemiche che sta divampando sul territorio. I bilanci delle scuole, è la principale accusa, sono stati di fatto decurtati di circa il 20% con l'operazione finanziamento diretto. Il ministero dovrà ora convincere i prof che non è così.

È di tutta sostanza, per esempio, il recupero di circa 300 milioni di euro, sui complessivi 2,7 miliardi che devono arrivare alle scuole, necessario a mettere una pezza a un errore del Tesoro. Il ministero guidato da Tommaso Padoa-Schioppa, infatti, ha stanziato su un capitolo di bilancio sbagliato dell'istruzione le risorse in questione che, stando così le cose, a oggi non possono essere trasferite agli istituti. I soldi mancanti sono quelli che servono a pagare gli oneri per le spese di personale e sono stati assegnati sul capitolo delle direzioni scolastiche regionali. Ma sono gli istituti oggi a dover far fronte a questi oneri, senza nessun passaggio intermedio presso le direzioni regionali. Fioroni ha chiesto al Tesoro di variare l'attribuzione, spostando il fondo sul capitolo giusto. Fino a quando però la variazione di bilancio non sarà fatta, i 300 milioni non saranno utilizzabili. Gli oneri, nel frattempo, potranno comunque essere coperti dalle scuole, spiegherà il ministero nella nota, attingendo al fondo complessivo. Anche perché, a fine settembre, ci sarà una ripartizione aggiuntiva, rispetto a quella ordinaria fatta in base ai criteri generali fissati nel decreto, pari al 20% del totale, proprio per far fronte a esigenze particolari. Nel caso in cui dovessero residuare dei fondi della quota del 20%, altra precisazione del dicastero di viale Trastevere, questi saranno ripartiti in base ai criteri generali. Ci sono poi risorse ad hoc, per esempio quelle per i contratti di pulizia oppure per le aree a rischio, che andranno solo alle scuole interessate e saranno anch'esse aggiuntive rispetto allo stanziamento generale. Precisazione molto attesa, visto che, dalla lettura del decreto, il messaggio che è arrivato alle scuole è che i finanziamenti indicati nelle tabelle sono onnicomprensivi. C'è poi il nodo spinoso della Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Nel pacchetto complessivo dei fondi da trasferire è stata inserita anche la quota pro Tarsu. Una quota, però, tradizionalmente insufficiente a far fronte alle richieste dei comuni. L'ultimo decreto del ministero della pubblica istruzione risale al 2006 e ha stanziato una somma pari a poco più di 11 milioni di euro, a fronte di un impegno, assunto nel 2001, che parlava di circa 38 milioni di euro. Tanto ministero e comuni avevano pattuito, a titolo forfettario, in sede di conferenza unificata. Sta di fatto che, tra un tagliaspese e un altro, le somme effettivamente versate dall'istruzione alle scuole sono sempre state parziali e largamente insufficienti. Il debito che gli istituti scolastici hanno maturato con i comuni è salatissimo, e arriva a superare, stando ad alcune stime approssimative, i 100 milioni di euro. Vista l'insufficienza cronica delle risorse, il ministero dell'istruzione e l'Anci, l'associazione nazionale dei comuni, stanno lavorando a un'ipotesi di accordo con cui sanare il pregresso ed esonerare le scuole dal pagamento per il futuro. Il progetto prende spunto da quanto già fatto in alcuni comuni, per esempio Bologna, dove le scuole sono state esonerate a patto che si impegnassero nella raccolta differenziata dei rifiuti e realizzassero programmi di educazione ambientale ad hoc per gli studenti. Resta invece al momento senza soluzione il taglio del 2,58% degli stanziamenti rispetto allo scorso anno, pari a circa 40 milioni di euro, operato dal comma 507 della Finanziaria. Si tratta non di un taglio ma di una indisponibilità dei fondi relativi. E Fioroni spera di poter usufruire delle maggiori entrate fiscali per ottenerne la liberatoria. Una speranza comune agli altri ministri, ciascuno per il proprio


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