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Sarà la scuola a incrociare le braccia per il primo sciopero generale contro il governo Berlusconi IV. E probabilmente sarà uno sciopero unitario. Il nodo sarà sciolto definitivamente solo domani, quando tutte le sigle sindacali si incontreranno, ma in queste ore si fa sempre più insistente la voce che i fili spezzati del rapporti tra i segretari di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Gugliemo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si stiano riannodando. Dopo la rottura su Alitalia, la Triplice potrebbe dunque tornare a marciare con lo stesso passo. Azioni divise di lotta risulterebbero tra l'altro, oltre che meno efficaci, anche incomprensibili per insegnanti e genitori, che stanno dando luogo a manifestazioni spontanee di protesta contro il piano Gelmini. Nel mirino in particolare il ritorno al maestro unico e il taglio di circa 140 mila posti in organico, che di fatto comporterà il licenziamento di migliaia di supplenti nei prossimi anni. E già si delinea una data possibile per lo sciopero generale: il 31 ottobre, opzionata come prima data utile dalla Gilda degli insegnanti, il sindacato autonomo guidato da Rino Di Meglio. «La decisione di ieri del governo di ricorrere al voto di fiducia sul decreto legge sulla scuola è l'ennesimo brutto segnale anche per le prospettive di confronto con le forze sociali», spiega Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «riconfermiamo più che mai le ragioni e le motivazioni della mobilitazione generale contro un progetto che destruttura il nostro sistema pubblico di istruzione. Una mobilitazione sulla quale si sta costruendo in queste ore la più ampia convergenza». I segretari di settore stanno lavorando alla piattaforma rivendicativa. Sul piatto ci sono i tagli per 8 miliardi euro, la revisione completa delle elementari, il blocco per i prossimi anni delle assunzioni ma anche «l'eliminazione di una giornata di tempo prolungato nella scuola media e l'aumento del tetto massimo di alunni per classe», spiega Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. E pure lo Snals di Marco Paolo Nigi, che aveva tentato il dialogo con il ministro dell'istruzione, MariaStella Gelmini, dichiara: «Avevamo proposto strade alternative al ministro, per risparmiare senza tagliare il servizio. Se non saranno accolte, saremo costretti allo sciopero». La prima a parlare di sciopero era stata in verità la Cgil, con l'annuncio prima del segretario generale Epifani e poi del segretario Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo.
Che oggi ribadisce: «Abbiamo sempre lavorato per un'azione unitaria di protesta e spero che questo possa avvenire. Sulla scuola, dobbiamo dare una risposta forte e condivisa contro un piano molto pesante». Intanto i Cip, i Comitati insegnanti precari, hanno aderito allo sciopero del 17 Ottobre indetto dai Cobas- Cub. La macchina del dissenso si è messa in moto.
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