ItaliaOggi: Sicurezza, arrivano le classi slim
Il Pdl, nel parere al piano Gelmini, introduce il vincolo di agibilità subordinato ai saldi di bilancio
Alessandra Ricciardi
Nel 2009 le nuove scuole non dovranno più essere sovraffollate
Le nuove classi che saranno formate il prossimo anno dovranno essere rispettose dei vincoli di agibilità. E dunque non dovranno più esserci bambini accalcati l'uno sull'altro, senza neanche lo spazio necessario per passare tra i banchi e raggiungere velocemente e senza incidenti, in caso di bisogno, le vie di fuga. A pretendere il rispetto dei requisiti di agibilità -a fissarli una vecchia normativa del 1975-è il parere di maggioranza con cui la commissione cultura della camera si appresta domani a dare il via libera al piano Gelmini-Tremonti (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi del 18 novembre). Una novità di rilievo sul fronte della sicurezza scolastica, quella voluta dal presidente della VII commissione, Valentina Aprea, che però non dovrà far spendere neanche un euro in più. Perché gli obiettivi di risparmio di spesa, quelli previsti dalla Finanziaria estiva e poi messi in atto dalla riforma della scuola stilata dal ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, dovranno esserci tutti. Anche quelli derivanti dalla riduzione del numero di classi e di relativi docenti. Non importa se poi realizzati con un'altra misura, ciò che conta è il saldo finale. Una precisazione, questa, fortemente voluta dall'Economia, per evitare che alla fine non si risparmi. «Riguardo al migliore utilizzo delle risorse umane», recita la bozza di parere all'esame della commissione, «il criterio della formazione delle classi deve rispettare i parametri stabiliti per legge, condizionanti l'agibilità delle aule e dei laboratori scolastici». Ma, è la precisazione di carattere finanziario, «nel rispetto degli obiettivi previsti dall'articolo 64 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133».
Proprio quando da più parti giunge la richiesta di poter operare in deroga ai vincoli di bilancio. Richiesta bipartisan che giunge per esempio dalle province, responsabili della messa in sicurezza delle scuole superiori. Il presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione (Pdl), propone: «Il governo deve svincolare dal patto di stabilità gli investimenti sulla sicurezza nelle scuole». L'incremento immediato dei fondi per la sicurezza scolastica e l'esclusione dal Patto gli interventi sugli edifici, la richiesta anche del presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti (Pd). Ma, almeno per il momento, il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, è irremovibile: il debito pubblico è quel che è e c'è necessità di risanare la spesa dello stato. A partire da quella della scuola, che in tre anni (prevede il decreto legge 112) dovrà produrre risparmi per 7,8 miliardi di euro. Oltre a scontare i tagli di bilancio, che hanno portato a defalcare 22,8 milioni di euro dai fondi per la sicurezza scolastica per il 2009, inizialmente fissati dal governo Prodi a 100 milioni di euro (si veda IO di ieri). La relazione tecnica allegata al piano programmatico stima, con l'innalzamento del rapporto alunni-classe,la riduzione di 6 mila posti di insegnante per il prossimo anno, che diventano 3400 negli anni successivi. Perché più sono consistenti le classi e meno insegnanti si pagano. «Ci sono molti sprechi», va dicendo da tempo la Gelmini. «Se la riorganizzazione della rete scolastica sarà fatta per bene, accorpando le piccole scuole e le classi sottodimensionate, ci sono spazi per rendere più sicure le scuole oggi insicure», ha spiegato l'Aprea.
Una classe media, per essere a norma, dovrebbe avere 25 alunni e circa 45 metri quadrati (1,8 mq per soggetto), che diventano 49 metri (1,96 mq per unità) se i ragazzi sono delle superiori. «Lodevole prevedere l'agibilità per tutte le scuole», commenta Massimo Di Menna, segretario Uil scuola, «ma lo si può fare solo senza aver prefissati i risparmi di spesa. Prima si devono verificare le necessità, e poi rispamiare, eliminando gli sprechi». L'iniziativa dell'Aprea è apprezzata anche da Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione cultura: «Nel suo parere ci sono interessanti passi indietro, dalla sicurezza al tempo pieno, il vero problema è conciliarli con l'invarianza dei saldi finali di spesa».