ItaliaOggi: Sicurezza, appena tagliati 22,8 mln
Nella manovra di bilancio 2009 ridotti i fondi del piano Prodi
di Nicola Colaianni e Alessandra Ricciardi
Dopo la tragedia di Rivoli, la Gelmini vara una task force per salvare 100 istituti a rischio
Erano stati tagliati da poco 22,8 milioni di euro dal capitolo per l'edilizia scolastica. Lo ha fatto la manovra di bilancio per il 2009, approvata dalla camera e ora all'esame del senato per il via libera definitivo. Intanto, però, è andato in scena un nuovo tragico incidente -quello di Rivoli, a sei anni dal crollo della scuola di San Giuliano di Puglie- con un morto e feriti gravi. E così si sono riaccesi i riflettori sull'emergenza degli edifici scolastici italiani. Gli ultimi report denunciano lo stato di fatiscenza degli oltre 42 mila edifici in cui studiano circa 8 milioni di ragazzi e lavorano 1,2 milioni di persone: Cittadinanza attiva, Legambiente, Uil scuola-solo per citarne alcuni- hanno evidenziato, con poche differenze, che più della metà delle strutture è a rischio. ItaliaOggi se ne era occupato martedì scorso, ricostruendo il dedalo di finanziamenti, competenze e dimenticanze che hanno contraddistinto l'ultimo decennio. Inevitabile, oggi, la polemica politica sulle responsabilità di una scuola che va letteralmente a pezzi: il centrosinistra rivendica l'edilizia come priorità: «Il governo Berlusconi ha ridimezzato i finanziamenti da noi deliberati», accusa l'ex viceministro all'istruzione, la senatrice Mariangela Bastico. «Noi stiamo investendo, basta leggere i nostri provvedimenti, il centrosinistra specula», risponde Maurizio Gasparri, capogruppo al senato del Pdl, che fa eco alle dichiarazioni del ministro Gelmini: «L'ediliza è una nostra priorità». Al momento non risultano essere in preparazione interventi governativi d'emergenza a carattere finanziario. Per fare ordine in materia, sanare le pastoie burocratiche e chiarire in modo definitivo le responsabilità e gli oneri economici, ai piani alti dell'Istruzione fanno affidamento sul federalismo. La riforma federale, che sta muovendo i primi passi al senato, infatti eliminerà del tutto la competenza statale in materia. Ma sarà un processo lungo. Al ministero intanto ieri si è svolta la prima seduta della task force voluta dalla Gelmini per individuare i 100 istituti a maggiore rischio sismico su cui intervenire, come prevede il dl 137. Il coordinamento degli interventi è stato assegnato al sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso. Il piano dovrà comunque tenere conto delle segnalazioni delle regioni e degli enti locali. Una nuova riunione dovrebbe esserci giovedì. Per un quadro completo della situazione è necessario disporre però dell'anagrafe degli istituti. Il ministro Gelmini è deciso a fare in fretta, ma l'anagrafe sarà completa non prima di gennaio 2009.
L'ultimo taglio
Il taglio finanzario di cui si parla in questi giorni è quello operato con la manovra di bilancio 2009. Riguarda la Missione Istruzione. Nel programma Programmazione e coordinamento dell'istruzione, nel macroaggregato Investimenti, si realizza una riduzione di 22,8 milioni di euro sul Cap. 7180 relativo ad investimenti per i piani di edilizia scolastica. I fondi in questione fanno parte dello stanziamento di 100 milioni di euro, previsto dalla Finanziaria 2007 (Comma 625 dell'art.1) per il 2009, con cui si finanziavano i piani regionali. Poiché i 250 milioni statali, per il triennio 2007-2008-2009, dovevano essere compartecipati in uguale misura dalle Regioni e dagli enti titolari delle costruzioni, Comuni o Province, la loro assegnazione era stata preannunciata per tutto il triennio in questione. Cosa succede ora che il governo provvede a tagliare una quota di questo cofinanziamento? Cosa succede ai piani in via di definizione e di realizzazione? Si dovranno riprogrammare. Insomma, il ministero dell'istruzione dovrà distribuire regionalmente i 22,8 milioni di tagli, e gli enti locali rivedere per intero i piani già deliberati.
Il crollo a San Giuliano
Con la legge finanziaria 2003 (dopo il crollo di San Giuliano) si previde, all'articolo 80, comma 21, di inserire un piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici scolastici, con particolare riguardo a quelli che insistevano sul territorio delle zone soggette a rischio sismico.
Questa iniziale previsione legislativa ignorava che le competenze programmatorie, in base all'articolo 4 della legge 23/96, spettavano alle Regioni, ai Comuni e alle Province e non indicava l'entità dello stanziamento. Questo impedì di fatto l'operatività del piano. Si rimediò con la successiva legge finanziaria 2004 quando al piano straordinario venne destinato un importo non inferiore al 10%delle risorse per le Infrastrutture, che fossero risultate disponibili al gennaio 2004. Si trattava di una somma pari a circa 500 milioni di euro. Poiché l'intervento era ritenuto di urgenza, venne definito un primo piano stralcio: comprendente 738 interventi a livello regionale per circa 194 milioni di euro. Il piano, concordato in Conferenza unificata Stato Regioni Città, fu approvato dal CIPE e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 2005. Un secondo piano stralcio di oltre 300 milioni, per circa 900 interventi, è stato adottato con le stesse modalità e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 2007, n. 83. Si sono così esauriti gli impegni per i circa 500 milioni previsti nel 2004.
Il dl Gelmini
L'articolo 7-bis, aggiunto al decreto legge 137/2008, apre una nuova partita. Voluto dal ministro dell'istruzione, MariaStella Gelmini, esso rifinanzia il piano antisismico, individuando uno stanziamento pari al 5% -e non più 10%- del piano per le grandi infrastrutture. Non è ancora dato sapere a quale somma la percentuale è da riferirsi. Lo stesso articolo prevede un recupero di somme stanziate nel passato a favore delle Regioni e per vari motivi non spese e prospetta un intervento riguardante 100 edifici a rischio sismico da ristrutturare con una procedura straordinaria. A questo scopo si utilizzano i 20 milioni di euro l'anno, per tre anni, che erano stati destinati dalla Finanziaria 2008 proprio per gli interventi di edilizia scolastica antisismica.
Le colpe locali
Ma ritornando alla materia del sostegno finanziario da parte dello stato si deve rilevare che saltato il piano 2002, finanziati in misura inferiore al passato i piani 2003 e 2004 (per un importo complessivo di circa 460 milioni di euro ), saltati anche i piani 2005 e 2006, gli enti locali hanno denunciato di trovarsi nell'impossibilità di rispettare la scadenze per la conclusione delle attività di messa a norma degli edifici. Per questo motivo la Finanziaria 2007 aveva previsto il rifinanziamento della legge 23/1996 per gli anni 2007, 2008 e 2009, rispettivamente con 50, 100 e 100 milioni di euro destinando il 50% delle somme alla messa in sicurezza delle scuole e chiedendo la compartecipazione in parti eguali a Regioni ed enti locali.
Quei fondi per il governo in carica ha tagliato per 22,8 milioni di euro per il 2009. Gli enti locali non hanno responsabilità? «Ci sono degli sprechi, i soldi in alcuni casi potevano essere spesi meglio e indirizzati sull'edilizia, ma da soli è impossibile farcela» ha ammesso il presidente dell'Unione province italiane, Fabio Melilli. Spetta infatti alle Province la competenza per le scuole superiori, ai Comuni per gli istituti della scuola dell'obbligo. Ma la messa in sicurezza, che comporta in alcuni casi rifacimento degli edifici, ha un costo elevato. Basti pensare che nell'ultimo anno la provincia di Roma ha stanziato 60 milioni per il settore. E non bastano.