ItaliaOggi: Scuole paritarie, stretta di Fioroni
Il ministro non recepisce le osservazioni del Consiglio di stato per l'accesso ai finanziamenti
Marco Gasparini
Per le primarie sarà più difficile recedere dalla convenzione
Stretta del governo sui finanziamenti alle scuole primarie paritarie. Il recesso da parte del gestore che ha stipulato la convenzione con l'ufficio scolastico regionale potrà infatti avvenire solo per «giustificati e documentati motivi». Lo prevede l'articolo 6, comma 2 dello schema di regolamento predisposto dal ministro dell'istruzione, Giuseppe Fioroni, per rendere operativo il nuovo sistema di erogazione dei fondi pubblici imposto dalla soppressione delle scuole private parificate prevista dalla legge n. 2006 n. 27.
La norma è contenuta nella bozza di decreto che approda oggi in consiglio dei ministri per il sì definitivo dopo aver ottenuto il parere favorevole del Consiglio di stato e delle commissioni parlamentari competenti. E proprio i giudici di Palazzo Spada avevano chiesto al governo di attenuare il rigore dei criteri volti a disciplinare l'esercizio del diritto da parte del titolare dell'istituto convenzionato di recedere dall'impegno assunto con lo Stato.
Ma il ministero ha scelto la linea dura mettendo paletti più severi a carico di chi decide di aprire una scuola con risorse statali per evitare la tentazione di tirarsi indietro senza una valida e comprovata ragione. Chi, invece, si trovi in serie, purché comprovate, difficoltà, potrà sciogliersi dal vincolo facendo pervenire all'amministrazione una «apposita comunicazione» almeno tre mesi prima della chiusura dell'anno scolastico. L'obiettivo è evidentemente quello di evitare spiacevoli sorprese agli utenti.
Mano pesante anche nei confronti di chi si rende responsabile di «gravi irregolarità di funzionamento». In quest'ultimo caso, infatti, il direttore dell'ufficio regionale dispone la sospensione del versamento (di «norma» in rate semestrali) dei contributi con effetto immediato dalla data della lettera di diffida a mettersi in regola con la quale viene, tra l'altro, avviato in modo formale il procedimento di revoca della convenzione.
Le nuove disposizioni sono destinate a entrare in vigore entro la fine dell'anno e si applicheranno sia alle domande di rinnovo, sia alle nuove istanze di convenzionamento (durata massima nove anni) per l'anno scolastico 2008/2009 che dovranno essere inoltrate entro e non oltre il prossimo 31 marzo. Le modalità di presentazione della domanda da parte del gestore saranno soggette a una serie di requisiti, a partire dal numero minimo di allievi per classe (dieci) mentre quello massimo, precisa la relazione illustrativa, sarà quello già previsto per le scuole statali. L'entità del contributo varierà in funzione dell'importo complessivo che sarà fissato in via generale dal ministro dell'istruzione tenendo conto delle risorse complessivamente destinate al settore dalla legge finanziaria ora all'esame della camera. Ma per conoscere nel dettaglio le modalità operative di ripartizione dei fondi occorrerà attendere il varo di un ulteriore decreto attuativo previsto dall'articolo 4, comma 2 della bozza.
La norma ha subito limature sino all'ultimo. Nella versione che approda oggi in cdm si parla, infatti, di criteri di assegnazione in senso stretto, mentre in quella esaminata in pre-consiglio si lasciava, più genericamente, spazio all'individuazione di «ulteriori parametri» di attribuzione probabilmente con l'obiettivo di premiare le richieste che prevedessero iscrizioni «free» e servizi mensa gratuiti per gli allievi in situazione di difficoltà, così come aveva chiesto la Sinistra democratica per il socialismo europeo con un'interrogazione presentata alla camera.