ItaliaOggi-Scuola, riforma posticipata
La proposta dell'Aran ai sindacati per trovare un accordo sulla legge Moratti. Scuola, riforma posticipata Per quest'anno la presenza del tutor è facoltativa Retromarcia sull'att...
La proposta dell'Aran ai sindacati per trovare un accordo sulla legge Moratti.
Scuola, riforma posticipata
Per quest'anno la presenza del tutor è facoltativa
Retromarcia sull'attuazione della riforma della scuola. Nelle scuole elementari e medie la presenza del docente tutor, uno dei capisaldi della legge Moratti, sarà facoltativa e non obbligatoria per quest'anno scolastico. Inoltre, gli insegnanti eventualmente individuati come tutor avranno orari di lavoro analoghi a quelli dei colleghi, ossia di 22 e non 18 ore, con la possibilità di chiedere il trasferimento ogni anno e non ogni due, come invece prevedeva il decreto attuativo della legge Moratti. Il dietrofront si è registrato ieri, quando l'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, ha presentato ai sindacati una proposta di accordo per disinnescare la mina che l'introduzione del tutor rappresenta nella già surriscaldata vertenza scuola. Una vertenza che si è tradotta in mobilitazioni a catena dei dipendenti e che culminerà con lo sciopero generale del 15 novembre, proclamato da Cgil, Cisl e Uil scuola.
La virata prende di contropiede molti direttori scolastici regionali, i quali avevano dato invece disposizione ai dirigenti scolastici perché il tutor fosse introdotto obbligatoriamente, senza neanche attendere la conclusione della trattativa, sulla scorta delle leggi e dei decreti già approvati. 'La riforma degli ordinamenti scolastici trova, per quanto riguarda la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, esaustiva regolamentazione in norme di carattere primario (legge 28 marzo 2003, n. 53 e decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59) e in altre disposizioni specificamente impartite dal Miur (circolare ministeriale n. 29 del 5 marzo 2004)', scriveva solo il 21 settembre scorso ai presidi il direttore scolastico regionale della Sardegna, Armando Pietrella, il quale argomentava come alcuni aspetti della riforma, come il tutor appunto, dovessero trovare attuazione, adeguando 'l'organizzazione e le attività scolastiche... Nessun dubbio', concludeva il direttore scolastico, 'circa l'applicazione della riforma nell'anno scolastico 2004/05'.
Dubbi che invece ora sono legittimati dall'agenzia governativa e che, quando l'intesa dovesse essere firmata, costringeranno molte scuole a rivedere eventuali funzioni tutoriali già assegnate.
Nella proposta di accordo presentata ieri, si precisa che per l'anno scolastico 2004/05 le istituzioni scolastiche daranno seguito alla legge n. 53 'con modalità sperimentali e flessibili da attuarsi secondo criteri generali definiti dal collegio dei docenti, nell'esercizio dell'autonomia propria'. La motivazione ufficiale dello stop è che si rende necessaria 'una formazione' ad hoc del personale, che il ministero dell'istruzione si impegna a impartire attraverso corsi rivolti a tutti i docenti.
Per l'anno scolastico in corso, inoltre, l'eventuale svolgimento delle funzioni tutoriali non comporterà 'modifiche agli articoli 25 (profilo professionale docente) e 26 (attività di insegnamento) del vigente contratto collettivo nazionale di lavoro, segnatamente per quanto attiene alla prestazione oraria d'insegnamento che resta disciplinata dal comma 5 del predetto articolo 26', recita la bozza d'intesa.
Il carattere sperimentale del tutor, precisa l'articolo 3 della proposta governativa, impone inoltre di non modificare la disciplina dei trasferimenti: 'La mobilità di tutto il personale scolastico specificamente coinvolto continuerà a svolgeris con cadenza annuale'.
Per compensare i docenti che svolgeranno le funzioni di coordinamento dell'attività didattica, di raccordo con i genitori e di guida degli studenti, saranno utilizzate le risorse già stanziate nell'atto di indirizzo: 63,81 milioni di euro. Lo stanziamento in questione sarà 'aggiuntivo rispetto alle risorse previste per il finanziamento delle istituzioni scolastiche e a quelle per il secondo biennio contrattuale e che verrà ripartito presso le scuole a cura del ministero medesimo, proporzionalmente al numero delle classi attivate'