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ItaliaOggi-Scuola, nuovi scenari al via con la Costituzione federale

Approvato giovedì dal senato, in prima lettura, il ddl di riforma dello stato. Scuola, nuovi scenari al via con la Costituzione federale Primo via libera al senato delle riforme costituzional...

30/03/2004
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ItaliaOggi

Approvato giovedì dal senato, in prima lettura, il ddl di riforma dello stato.

Scuola, nuovi scenari al via con la Costituzione federale
Primo via libera al senato delle riforme costituzionali e nuovi cambiamenti in arrivo anche per la scuola neo-federale.

Secondo il ddl costituzionale, approvato giovedì scorso dall'aula di palazzo Madama, dopo il quarto comma dell'articolo 117 della Costituzione viene aggiunto: 'Le regioni attivano la competenza legislativa esclusiva per le seguenti materie: a) assistenza e organizzazione sanitaria; b) organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche; c) polizia locale'.

A un primo esame l'impatto che questa proposta approvata al senato potrebbe avere, se resterà tale durante tutto l'iter parlamentare, sull'assetto scolastico pubblico nazionale, ha diverse sfaccettature.

La dicitura della riforma costituzionale lascia poco spazio all'interpretazione distorcente. Se la competenza in fatto di scuole e la gestione degli istituti, evidentemente dal punto di vista fisico, compresi quelli professionali (dicitura questa che appare un poco pleonastica dato che gli stessi sono parte in ogni caso dell'ordinamento scolastico), possono apparire all'orizzonte normativo alcuni problemi di non poco conto.

È appena partita una riforma, quella Moratti, cioè la legge n. 53/2003) che con grandi difficoltà si sta movendo e spalmando su tutto il panorama nazionale. Pochezza di fondi e necessità di risparmiare sembrano essere limiti insormontabili per un intervento che deve tenere presente la nazione nel suo complesso.

Se saranno le regioni ad organizzare la scuola nel loro territorio, con esclusiva competenza, così come dice la proposte di legge, si potrebbero avere regioni con scuole funzionanti al massimo ed altre in cui problemi strutturali di ordine generale peseranno grandemente. Si potrebbe creare un pendolarismo regionale, laddove possibile, o addirittura un'emigrazione culturale, che già ora rappresenta un problema in molte situazioni.

Se rimarrà questo assetto del nuovo stato federale, occorrerà chiarire quale nuovo ruolo si troverebbe ad assumere il ministero dell'istruzione. Inoltre andrà chiarito quale diverrà il quadro di riferimento dei programmi nazionali, o se potrà ancora essere considerato 'di stato' l'esame finale del ciclo dell'obbligo. Uno degli scenari possibili, per esempio, sul fronte universitario, sarà che gli atenei diventerebbero completamente locali e autonomi, e quindi con possibilità di attirare, secondo campagne di marketing appositamente pensate, studenti da altre regioni, con la conseguenza di desertificarne alcune e di saturarne altre. Sarebbe probabile avere così un buon impatto universitario per regioni con facilità di collegamenti con il resto del paese e con altri stati europei ed, all'opposto, una pochezza universitaria per altre, più disagiate nei collegamenti.


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