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ItaliaOggi-Riforma, lo scontro con le regioni continua

Riforma, lo scontro con le regioni continua A defilarsi sono solo il Veneto, la Lombardia e il Molise. Per il resto, non c'è regione italiana, di centro-sinistra o di centro-destra che sia...

19/07/2005
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ItaliaOggi

Riforma, lo scontro con le regioni continua

A defilarsi sono solo il Veneto, la Lombardia e il Molise. Per il resto, non c'è regione italiana, di centro-sinistra o di centro-destra che sia, a esprimere la benché minima soddisfazione rispetto al decreto attuativo della legge 53 sul riordino del secondo ciclo. Anzi. La richiesta della Conferenza stato-regioni, svoltasi il 14 luglio scorso, non ammette repliche: ritiro immediato del decreto e possibilità di esprimere sullo stesso non un parere di carattere meramente consultivo ma valutazioni vincolanti:'Riteniamo indispensabile l'intesa', ha detto il presidente delle regioni, Vasco Errani.
Il governo avrà tempo per pensarci sin al 28 luglio prossimo, quando la Conferenza verrà chiamata a pronunciarsi in via definitiva sull'intero decreto, formazione dei docenti compresa.

Tempi stretti per il governo, visto che l'esercizio della delega da parte del ministero scade il 18 ottobre. Entro quella data, sul testo di riforma dovranno esprimersi non solo la Conferenza unificata ma anche le commissioni istruzione di camera e senato. Insomma, il tempo stringe e non a caso la sottosegretaria al Miur, Valentina Aprea, dopo le dichiarazioni della Conferenza, ha proposto la creazione di un tavolo di confronto istituzionale cui ha già garantito la sua partecipazione il ministro per gli affari regionali, Enrico La Loggia. Va da sé che le regioni, considerate le tante perplessità espresse dai governatori soprattutto in merito alla copertura finanziaria del decreto, auspicano di veder seduto a quel tavolo anche il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco.

La trattativa si annuncia comunque difficile. Drastico è infatti il giudizio espresso dalle regioni sull'intero modello di scuola secondaria superiore e di istruzione e formazione professionale messo a punto da Letizia Moratti: 'Il testo proposto', si legge nel documento redatto dalla Conferenza unificata, 'è gravemente lesivo delle prerogative costituzionali delle regioni e non tiene conto del trasferimento di competenze previsto dal decreto legislativo n. 112/98 e dal riformato titolo V della Costituzione che riconosce alle regioni la potestà di esercitare le competenze legislative e regolamentari in materia di istruzione e formazione dell'intero sistema educativo'. Il testo riprende le critiche già espresse dagli assessori regionali il 7 luglio scorso e definisce il disegno di riordino del secondo ciclo del tutto inapplicabile: 'Si sta procedendo al buio, senza una adeguata verifica delle condizioni di fattibilità sia per quanto concerne i tempi, sia per le modalità attuative, sia per le risorse'.

La netta presa di posizione da parte delle regioni è solo l'ultimo atto di un contenzioso cominciato già da tempo e che, solo pochi giorni fa, aveva visto fronteggiarsi per l'ennesima volta gli assessori regionali all'istruzione e Letizia Moratti (si veda ItaliaOggi di martedì scorso). Alla proposta d'intesa avanzata dai primi, il ministro aveva risposto con un diniego. Nessuna intesa su un decreto che ha per oggetto solo materie di carattere ordinamentale (norme generali e livelli essenziali delle prestazioni) e, come tali, di competenza esclusiva dello stato. Ma l'avvio del processo di attuazione del decreto impone che oltre agli aspetti ordinamentali vengano presi in considerazione anche quelli gestionali i quali pongono come ineludibili la questione della ripartizione delle competenze tra stato e regioni e quella delle modalità di trasferimento delle funzioni amministrative sinora svolte dallo stato nel campo dell'istruzione professionale. Ciò significa che il decreto disciplina materie di esclusiva competenza regionale, ha sostenuto Errani, in tema di istruzione e formazione professionale e concorrente per il settore dell'istruzione. Il 18 ottobre non è poi così lontano ma il 28 luglio è ancora più vicino.


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