ItaliaOggi: Ricerca, finanziamenti bloccati
Atenei ed enti in attesa del bando (pronto da un mese) che non arriva. Accademici in agitazione
L'incertezza dell'operazione tfr fa ritardare l'arrivo dei fondi
Un'altra speranza delusa per i 22 mila ricercatori delle università italiane e degli enti pubblici. Perché i tanto attesi fondi a sostegno di progetti di ricerca nazionale (Prin) si sono arenati nel percorso che li avrebbe condotti da Via XX settembre (economia) a Piazzale Kennedy (università). Sul piede di guerra il mondo accademico, dai ricercatori agli stessi professori universitari pronti a sottoscrivere una mozione da consegnare al ministro dell'economia Tommaso Padoa-Schioppa ma anche allo stesso Mussi. ´Se non si sblocca la situazione', ha dichiarato Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori universitari , ´si rischia di bloccare la ricerca italiana e questo la dice lunga sull'evidente miopia di una certa parte della politica italiana che non farà altro che affossare sempre di più le nostre eccellenze'.
È sempre una difficile operazione di quadratura del cerchio quella che il ministro dell'università Fabio Mussi deve fare, ogni volta, per riuscire a rastrellare un po' di risorse per il mondo accademico. Questa volta a essere impantanati sono proprio i fondi Prin, la principale voce della ricerca pubblica italiana, il cui bando, appena firmato e atteso in G.U., finanzierà in particolare i cosiddetti progetti di interesse nazionale (Prin): per docenti e ricercatori ci sarà tempo fino al 30 giugno prossimo per presentare la domanda di coofinanziamento per programmi che possono essere relativi a qualunque ambito disciplinare e possono riguardare sia ricerca di base che applicata, purché di elevato interesse sul piano di avanzamento della conoscenza. Ma, come ha dichiarato lo stesso Mussi in un'audizione in commissione istruzione alla camera, ´se non si interverrà subito con un atto ad hoc' questo bando, potrebbe saltare. E ciò comporterebbe un danno gravissimo per il paese, dato che ´i Prin rappresentano una delle principali fonti di alimentazione della ricerca pubblica di base nel nostro paese, universitaria e non. Nell'ultima Finanziaria sono stati unificati i tre fondi precedentemente esistenti, nell'unico fondo First con l'aggiunta di 960 milioni nei tre anni. Quindi, ha spiegato ancora il ministro, ´in Finanziaria la cifra è scritta e i soldi ci sono, inclusi quelli per i progetti Prin'. Qual è, allora, il problema? Il bando, che destina ai progetti Prin 160 milioni di euro sebbene sia ormai pronto da circa un mese, non può diventare operativo perché gli stanziamenti per il First, (che comprendono anche i Prin), fanno parte dei fondi vincolati alla verifica degli effetti della norma sul tfr, secondo al comma 758 della Finanziaria (che ha istituito il fondo di tesoreria presso l'Inps deputato a raccogliere il tfr dei dipendenti di aziende con più di 49 addetti). Insomma, se i fondi non verranno subito smobilizzati, il rischio è di far saltare propri i bandi Prin di cui lo stesso Mussi ne ha rivisto i criteri. Sbloccato il bando, i progetti saranno selezionati da una commissione di revisori anonimi poi ratificati da un comitato. Alla nuova agenzia di valutazione del sistema universitario e degli enti di ricerca il compito di verificarne il buon fine