ItaliaOggi: No Agli Anticipi: La Scuola Non Fa Assistenza
l'opinione di F.Scrima
Apprendiamo dalla stampa nazionale che circa 20 mila bambini di età compresa tra i due e i tre anni potrebbero trovare accoglienza nelle cosiddette sezioni-primavera che dovrebbero essere istituite dagli enti locali che ne hanno competenza istituzionale, di concerto con i ministeri della famiglia, della solidarietà sociale, delle pari opportunità e del ministero della pubblica istruzione che del problema si è fatto carico. Pur riconoscendo che l'assenza di servizi all'infanzia da tre mesi ai tre anni rappresenta per il nostro paese una vera emergenza sociale, ancora una volta dobbiamo ribadire la nostra ferma contrarietà di merito e di metodo a un'operazione che intende scaricare sulla scuola dell'infanzia un problema di natura meramente socio-assistenziale, stravolgendone identità e finalità. Nel merito: se il comma 630 della Finanziaria ha abrogato l'anticipo morattiano, di sei mesi, perché, e con quale coerenza, ci si ostina ora a riproporlo attraverso le sezioni primavera (24-36 mesi) portandolo addirittura a 12 mesi? Se si tratta di un progetto di innovazione ordinamentale, questo non può essere gestito clandestinamente tra ministero e regioni, bypassando il Cnpi, quale soggetto istituzionale di rappresentanza della scuola e investito in materia di parere obbligatorio anche se non vincolante. È fuor di dubbio che la competenza sulla fascia d'età 0-3 anni sia degli enti locali, e sono questi a dover provvedere alla fase istitutiva e a quella finanziaria e gestionale. Il ministero dovrebbe, invece, occuparsi prioritariamente di applicare le norme legislative e amministrative che lo vedono responsabile: parliamo, in particolare, della generalizzazione della scuola dell'infanzia su tutto il nostro territorio. A nessuno, infatti, sfugge la carenza non soltanto di asili nido ma anche di scuole dell'infanzia in alcune realtà regionali che rende precarie e difficili le condizioni sociali delle famiglie e che, a nostro avviso, alimenta successivamente i tassi di dispersione scolastica così alti. Riteniamo, infatti, che la dispersione si combatta iniziando proprio dalla scuola dell'infanzia. Se poi, l'intento del Mpi è quello di procedere a una modifica strutturale e non soltanto ordinamentale della scuola dell'infanzia, alle nostre perplessità si aggiungerebbe la nostra forte opposizione, già in più occasioni manifestata. La scuola, e parliamo di scuola e non di ´servizi', si è conquistata sul campo il suo bollino di qualità, e la cosiddetta asilizzazione la priverebbe del suo ruolo didattico e pedagogico. Se questo non è, se cioè le sezioni sperimentali sono servizi, come viene del resto ribadito nella stessa Finanziaria, come può il ministero utilizzare personale della pubblica istruzione? Verrà forse dato in prestito agli enti locali? Troppi gli interrogativi da chiarire e troppo alta la posta in gioco di una semplice primavera da sperimentare.