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ItaliaOggi: Mobilità al buio, si rischia di chiedere una cattedra che non c'è

Il ministero è intenzionato a fare i trasferimenti senza tener conto dei nuovi assetti. A settembre si vedrà

09/02/2010
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ItaliaOggi

Di Carlo Forte

I trasferimenti e i passaggi dei docenti delle scuole superiori saranno effettuati dall'amministrazione scolastica senza tenere conto della riforma. Ma a settembre, quando il quadro degli effetti sarà più chiaro, i provvedimenti saranno rivisti. E se le cattedre sulle quali sono stati disposti i movimenti non esisteranno più, i docenti saranno dichiarati soprannumerari ed eventualmente trasferiti d'ufficio. La mobilità a scoppio ritardato è un effetto della riforma approvata definitivamente dal governo il 4 febbraio scorso. L'entrata a regime dei nuovi assetti non potrà avvenire in breve tempo. Perché non basta cambiare i quadri orari e le discipline. È necessario infatti mettere mano a una serie di adempimenti complicati. E nel caso della mobilità, bisogna anche definire le nuove classi di concorso. Ma siccome questa operazione va fatta con un decreto del Presidente della Repubblica, i tempi saranno piuttosto lunghi. E quindi non si farà in tempo a disporre i movimenti a domanda facendo riferimento alle nuove classi di concorso. Il risultato è l'aumento esponenziale della percentuale di alea che distingue questo genere di situazioni. Che trasformerà i relativi provvedimenti in veri e propri contratti a condizione sospensiva, a loro volta legati a 2 variabili. La prima è rappresentata dagli assetti che assumeranno i nuovi istituti. E cioè la forma che prenderanno le scuole attuali, seguendo le cosiddette tabelle di confluenza. Operazione, questa, che in molti casi risulta connotata da un forte grado di incertezza, perché le scuole attuali potranno essere trasformate in vari modi a seconda delle opzioni individuate. Per esempio, il liceo scientifico potrà mantenere un assetto più o meno tradizionale oppure potrà rinunciare al latino scegliendo di potenziare le materie scientifiche. Ciò vuol dire che un docente lettere (classe A050) abilitato anche in latino (classe A051), se chiederà e otterrà il passaggio di cattedra al liceo scientifico, al 1° settembre prossimo potrebbe scoprire che la sua cattedra non c'è più. E a qual punto avrebbe comunque perso la titolarità nella scuola di provenienza e dovrebbe solo rassegnarsi alla mobilità d'ufficio. E così via, secondo una serie pressoché infinita di declinazioni di cui è impossibile prevedere gli esiti e le conformazioni. La secondo incognita è rappresentata invece dagli assetti che prenderanno le classi di concorso nella scuola riformata. Si pensi, per esempio, alla crescita delle ore di storia dell'arte, presente in tutti i licei con ore in più rispetto al passato. Questa specializzazione, allo stato, si assume tramite il possesso dell'abilitazione nella classe di concorso A061 ed è costituita da docenti in possesso di titoli di studio molto eterogenei, che vanno dalla laurea in architettura alla laurea in lettere, passando dal Dams e le lauree in conservazione dei beni culturali. E quindi, qualora l'insegnamento di storia dell'arte dovesse essere attratto nelle classi di concorso del gruppo lettere, si potrebbe verificare che l'architetto che dovesse passare dall'istituto d'arte al classico in organico di diritto, al 1° settembre potrebbe risultare in esubero anche se le sue ore dovessero risultare disponibili. Insomma, la questione è assai complicata e non è possibile fare previsioni. E quindi, almeno per quest'anno sarebbe meglio astenersi dal partecipare alla mobilità a domanda, salvo che nei casi di estrema necessità. L'ottenimento di un provvedimento di mobilità in questa fase, infatti, comporterebbe comunque un indebolimento in termini di punteggio, che potrebbe avere risvolti negativi in caso di insorgenza di situazioni di soprannumerarietà. Soprannumerarietà che potrebbe insorgere a sorpresa già dal 1° settembre, esponendo gli interessati a trasferimenti d'ufficio dagli esiti molto incerti.


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