ItaliaOggi: Le Medie sono tutte da rifare
Rapporto internazionale Timss: eppure alle elementari gli studenti italiani tra i più bravi
AZIENDA SCUOLA
Di Giovanni Scancarello
Sul banco degli accusati i programmi di matematica e scienze
Matematica e scienze, nel confronto internazionale la scuola media italiana non brilla. Confermate le sue doti di resistenza al cambiamento, che se da una parte mettono in protezione l'offerta formativa dalle perturbazioni delle richieste di una committenza sempre più complicata, dall'altra cristallizzano un modello di scuola più in difficoltà nel confronto con il cambiamento e con la molteplicità degli stili di apprendimento. Non sarà proprio una doccia fredda, visto che di fatto i livelli di prestazione non peggiorano rispetto al passato, ma la pubblicazione degli ultimi risultati della ricerca internazionale Timss 2007 della International association of educational achievement (Iea), sulle competenze di matematica e scienze degli alunni in uscita dalle scuole medie (www.iea.nl), conferma soprattutto quello che era stato finora un sospetto, quello cioè della recessione formativa in questo scorcio di scuola. A fugare i dubbi ci pensa l'analisi delle coorti degli alunni che quando escono dalle elementari vanno bene ((si veda ItaliaOggi del 16 dicembre 2008) e in terza media sembrano invece disorientati. Sarà colpa delle fasi evolutive e delle maggiori difficoltà educative in questa fase di scuola, forse di un curricolo troppo provato dal tempo e da modelli pedagogici troppo mutuati dalla secondaria, forse la brevità stessa di un percorso che, data la delicatezza evolutiva dei destinatari e le aspettative della società, avrebbe bisogno di tempi e programmi più distesi, soprattutto in matematica, ma va detto anche della progressiva diminuzione di collaborazione da parte delle famiglie ricordata dalla Iea come uno dei fattori principali di insuccesso formativo. L'unica consolazione è che i risultati ai test Iea Timss 2007 degli alunni dell'8th grade (cioè della terza media) non peggiorano rispetto alla precedente edizione dello studio Timss che si è svolta nel 2003: 484 punti media nei test di matematica dell'epoca, 480 oggi. Se poi andiamo a vedere esiste addirittura un dato del 1999, quando il punteggio medio raggiunto dagli italiani dell'8th grade fu di 479. Per scienze va meglio (495 punti di media per l'Italia) ma siamo sempre sotto la media internazionale (500 punti) e comunque non ci si schioda da lì: 495 punti nel 2007, 491 nel 2003 e 493 nel 1999. Consolatorio sì, ma significativo di una situazione evidentemente statica, nonostante l'applicazione, nel frattempo sempre più diffusa, del curricolo verticale degli istituti comprensivi. La scuola media quindi non cambia mentre tutto intorno si trasforma. Addirittura la media internazionale dei punteggi dei test Timss della Iea sale da 467 a 500 punti, segno dall'aumento di aspettative di apprendimento della società della conoscenza. Se nel 2003 galleggiavamo ancora sopra la media quindi, oggi siamo finiti sott'acqua. Ma quello che rischia di pesare di più dalla disamina della Iea non sta tanto nei valori assoluti, ma nel peggioramento degli standard di apprendimento nel passaggio dalla scuola elementare alla media.
A differenza di studi come quelli condotti dall'Ocse come il Pisa, il programma Timss viene ciclicamente somministrato in modo da incontrare alle medie le coorti di studenti usciti dalle elementari nell'edizione precedente. È dall'analisi delle coorti, infatti, che origina il verdetto più lapidario. In matematica gli studenti italiani usciti dal 4th grade (quarta elementare) che nel 2003 si attestano sopra la media Iea, nel 2007 in uscita dall'8th grade perdono più di 20 punti. In scienze da più 16 punti si arriva a meno 5. A fronte del fatto che, a differenza dei docenti delle elementari, quelli delle medie hanno una preparazione disciplinare specifica per scienze e matematica. Nonostante tutto, dal 2003 ad oggi è aumentato in Italia il numero dei punteggi più alti conseguiti ai test di matematica. Ci sono eccellenze nella scuola media, il problema è la massa.