ItaliaOggi: La valutazione assente
Non solo italia Alla vigila della maturità, arriva la richiesta dell'Ocse di adottare un sistema di valutazione esterno della scuola italiana. Mentre il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini annuncia «l'ipotesi per gli esami di maturità di una prova nazionale sul modello Invalsi, in aggiunta a quelle già esistenti, da introdursi con l'avvio della riforma della scuola superiore».
Di Emanuela Micucci
Non solo italia
Alla vigila della maturità, arriva la richiesta dell'Ocse di adottare un sistema di valutazione esterno della scuola italiana. Mentre il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini annuncia «l'ipotesi per gli esami di maturità di una prova nazionale sul modello Invalsi, in aggiunta a quelle già esistenti, da introdursi con l'avvio della riforma della scuola superiore». Perché solo una valutazione oggettiva garantisce un'istruzione efficiente e una scuola di qualità. Lo hanno ripetuto più volte gli esperti dell'Ocse mercoledì presentando a Roma in anteprima europea l'indagine internazionale Talis 2008 e il rapporto “Verso scuole migliori ed opportunità più eque per l'apprendimento” (www.oecd.org/edu). In Italia però solo il 55% dei docenti viene valutato. E il sistema è poco sviluppato in tutti i 23 paesi Ocse. In media il 13% degli insegnati, infatti, non è stato sottoposto ad alcun tipo di valutazione. In Portogallo, Austria e Irlanda più di 1/3 dei docenti lavora in istituti senza essere stato valutato negli ultimi 5 anni. In Spagna (46%) e Portogallo (26%) i docenti non traggono alcun beneficio dalla verifiche. Al contrario di estoni, lituani e malesi che ricevono feedback costanti. L'80% dei malesi adattano l'insegnamento ai risultati ottenuti. «La valutazione e il feedback incidono fortemente e in modo positivo sui docenti e sul loro lavoro», spiega Barbara Ischingher, direttore del settore Education Ocse, «aumentano la loro soddisfazione professionale». Occorre però motivarli e coinvolgerli. Assegnargli forme di incentivi. Le ricevono meno del 10% in Austria, Irlanda e Danimarca. Di qui l'urgenza di mettere a punto una via italiana alla valutazione interna ed esterna della scuola. «In Italia non siamo all'anno zero della valutazione», ricorda Piero Cipollone, presidente dell'Invalsi, «ci sono iniziative in corso, in 3 anni avremo un sistema di valutazione in ingresso e in uscita».