ItaliaOggi: La scuola punta sulle professioni
UNIVERSITÀ/Approvati ieri in consiglio dei ministri due provvedimenti sulla formazione
Stage e tirocini obbligatori per capire cosa fare da grandi
Uno stage in azienda o un tirocinio in uno studio di un avvocato o di un commercialista per capire se la scelta lavorativa sarà fatta di codici o di conti. È così che il governo punta a rafforzare il legame tra il mondo della scuola e quello delle professioni. Su proposta dei ministri dell'istruzione Beppe Fioroni e dell'università Fabio Mussi il consiglio dei ministri di ieri ha infatti dato il via libera definitivo al decreto legislativo «recante orientamento alla scelta dei percorsi finalizzati alle professioni e al lavoro», completando così la delega contenuta nella legge numero 1 dell'11 gennaio 2007. L'obiettivo: favorire le scelte che meglio corrispondano alle vocazioni e alle potenzialità personali di tutti gli studenti, consentendo a ogni allievo di effettuare scelte consapevoli attraverso percorsi finalizzati in vista della transizione verso il lavoro. Il tutto attraverso stage, tirocini e azioni di orientamento concreto finalizzate proprio alla conoscenza delle opportunità formative e professionali offerte dai percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore. Il decreto va ad affiancarsi alle disposizioni che già consentono alle scuole di dare concreta attuazione al principio dell'alternanza tra scuola e lavoro, stabilito dal dlgs 77/2005, e va ancora oltre puntando l'attenzione sull'organizzazione dei percorsi di orientamento. Le iniziative dovranno inserirsi strutturalmente nel piano dell'offerta formativa del triennio delle scuole secondarie di secondo grado, con particolare attenzione per gli studenti dell'ultimo anno, e prevedono lo svolgimento di attività ed esperienza professionali, di norma, all'interno del monte ore annuale delle discipline di insegnamento. Le scuole potranno così stipulare protocolli d'intesa o convenzioni con associazioni, ordini professionali, ma anche con enti pubblici e imprese private attive nel settore produttivo e dei servizi allo scopo di creare un collegamento più sistematico tra la formazione che si svolge tra i banchi di scuola e le attività di laboratorio e di stage formativo al di fuori della struttura scolastica. Gli interventi previsti dovranno tener conto, poi, non solo delle vocazioni degli studenti ma anche dei fabbisogni del mondo del lavoro e delle professioni coniugando le attitudini e le aspirazioni professionali dei giovani e le specifiche professionalità richieste dal mercato del lavoro. A progettare e realizzare le azioni di orientamento saranno i Centri territoriali per l'impiego, le strutture formative accreditate, ma anche le aziende, le imprese e le cooperative. Le funzioni di monitoraggio delle attività di valutazione dei risultati ottenuti sono affidate al comitato previsto dal decreto legislativo del 15 aprile 2005, che opera in raccordo con l'Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione (Invalsi) e con l'Agenzia per lo sviluppo dell'autonomia scolastica. Il provvedimento va così ad aggiungersi a un secondo varato sempre ieri dal consiglio dei ministri (si veda box in pagina) che punta a stabilire criteri di accesso più selettivi per le università a numero chiuso tenendo conto anche dei risultati scolastici.