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ItaliaOggi-La Moratti rifà il look alla riforma

Il ministro dell'istruzione ha presentato un nuovo decreto: il definitivo al consiglio dei ministri. La Moratti rifà il look alla riforma Nuovi indirizzi per i licei, restano i nodi ...

08/03/2005
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ItaliaOggi

Il ministro dell'istruzione ha presentato un nuovo decreto: il definitivo al consiglio dei ministri.

La Moratti rifà il look alla riforma

Nuovi indirizzi per i licei, restano i nodi per la formazione

La Moratti rifà il look alla riforma della secondaria. Diminuiscono gli indirizzi, aumentano le materie, ma i problemi fondamentali dell'articolato, che avevano dato adito a critiche nello schieramento di centro-sinistra quanto in quello di centro-destra, tra i sindacati quanto in Confindustria, restano quasi tutti: la gestione del nuovo sistema, soprattutto nella fase transitoria, e la sorte degli istituti tecnici, professionali e d'arte. Il testo del nuovo decreto, attuativo della legge n. 53/2003, è stato presentato dal ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, lo scorso 3 marzo in un incontro con le sigle sindacali. Il nuovo testo non è ancora quello definitivo, che sarà presentato al consiglio dei ministri per iniziare l'iter formale della sua approvazione, ma conclude una prima fase della consultazione che il ministro ha avviato a metà gennaio. Consultazione prettamente istituzionale, che ha coinvolto partiti di maggioranza, parti sociali, regioni e associazioni, ma non le scuole.
Gli indirizzi dei licei. Passano da otto a sette nel liceo tecnologico: l'indirizzo 'meccanico' diventa 'meccanico e meccatronico', il 'chimico e biologico' si sdoppia in 'chimico e materiali' e 'produzioni biologiche e biotecnologie alimentari', che assorbe l'indirizzo agrario; scompare l'indirizzo moda; l'indirizzo trasporti si arricchisce di 'logistica', quello delle costruzioni di 'ambiente'. Passano da quattro a due gli indirizzi del liceo economico. Erano previste tre 'opzioni' (servizi, turismo e agro-alimentare) costituite da tre materie di indirizzo per cinque/sei ore settimanali; diventano ora una sola materia di tre ore a scelta dello studente 'economia e management del turismo' o dei servizi. Un legame puramente formale con alcuni indirizzi oggi esistenti. Si aggiunge anche il 'management della filiera moda'. Da indirizzo del tecnologico passa a una sola materia dell'economico, e non si occupa più della produzione di tessuti. La diminuzione dei futuri indirizzi dei licei aumenta il numero degli attuali indirizzi dell'istruzione tecnica, professionale e d'arte che non saranno licei, ma potrebbero diventare indirizzi della Istruzione e formazione professionale (Ifp).

Gli orari. Cambia la struttura oraria del liceo artistico e del liceo musicale e di danza, mentre, ironia della sorte, non tornano i conti del monte ore del liceo economico: vi era un errore nella versione di gennaio, ve ne è anche nella nuova versione. Nel piano di studi del singolo studente rientrano anche le ore del recupero degli insegnamenti obbligatori, che si immagina sia aggiuntivo al monte ore obbligatorio.

Le materie. Alle pressioni a favore di una disciplina o di un'altra, il Miur ha dato tre tipi di risposte, ordinate dalla più frequente, ma meno significativa, alla più rara, perché più difficile da realizzare:

1) Ha inserito la disciplina tra le materie che possono essere scelte dallo studente.

Per esempio: nei licei senza indirizzo compare diritto ed economia, latino nel triennio del liceo linguistico.

2) Ha promosso la materia tra quelle obbligatorie già previste, associandola ad altre.

Per esempio nel liceo tecnologico torna filosofia ma associata a storia, nel liceo economico geografia e scienze diventano una sola materia.

3) Ha inserito la disciplina contesa tra le materie obbligatorie,

tagliando le ore ad altre.

Per esempio nel liceo economico compare informatica come materia a sé. Vediamo alcuni casi significativi, su cui ci sono state le maggiori critiche.

1. Musica. Nei licei linguistico e scienze umane è associata a storia dell'arte, per cui è storia della musica e non uso di uno strumento. Nel liceo classico e scientifico invece è una delle materie a scelta

dello studente.

2. Informatica. Una delle materie simbolo della riforma. È una materia a sé nel liceo economico, è inserita in matematica nel liceo tecnologico e scientifico, non è prevista nel liceo classico e delle scienze umane.

3. Rimane una l'ora settimanale di ginnastica per tutti, ma è previsto il riconoscimento di crediti per gli studenti atleti che potranno evitare l'ora di ginnastica oppure potranno ottenere punti per l'esame di stato.

4. È previsto l'insegnamento di una materia obbligatoria in lingua straniera al 5 anno, di due materie in due lingue straniere nel liceo linguistico a partire dal 3° anno.

Le soluzioni adottate non sono quindi riconducibili a una logica culturale o di ordinamento, ma alla esigenza di soddisfare il maggior numero di richieste.

Quote regionali. Nulla è detto invece sulla quota oraria a disposizione delle regioni e delle scuole autonome.

Esami idoneità. Chi vuole riprendere gli studi abbandonati, può chiedere il riconoscimento dei crediti maturati in contesti formali e informali. La formulazione non è felice: perché sembra prevedere la sopravvivenza dell'esame di idoneità e non chiarisce che il riconoscimento è fatto dall'istituto al quale ci si vuole iscrivere.

Diritto-dovere. Si completerà solo nell'anno scolastico 2009-10 il diritto dovere, che sostituisce l'obbligo scolastico e che dovrebbe durare 12 anni di scuola, cioè fino al 4° anno dei percorsi liceali o di Ifp, o meno per chi consegue una qualifica (triennale). Oggi il diritto dovere riguarda solo il primo anno della secondaria; dal 2005-06 dovrebbe coprire anche il secondo, dal 2006/07 anche il terzo, si arriverà al quarto anno solo quando si formeranno le nuove 4", appunto nel 2009/10.

Istruzione e formazione. La nuova versione distingue 'percorsi liceali' dai licei, cioè dagli istituti. È quanto hanno chiesto le regioni. Ciò significa che i licei non dovrebbero essere in edifici distinti per tipologia, ma che ogni istituto potrebbe organizzare più percorsi: solo liceali secondo il Miur, anche della Ifp, secondo le regioni. La questione ne richiama altre due di fondo:

1. Chi istituirà i nuovi percorsi? Il Miur pensa che debba farlo il direttore regionale; le regioni sostengono che sia da tempo loro competenza la programmazione della rete delle scuole, assegnata dal dlgs 112/1998.

2. Chi gestirà il 2° ciclo? Gran parlare di pari dignità, di unitarietà, ma vi sono due posizioni, che partono da letture diverse della Costituzione:

- il Miur dalle distinte competenze legislative in materia di istruzione e formazione fa derivare anche distinte responsabilità di gestione: allo stato i licei, alle regioni l'Ifp.

- le regioni sostengono di essere competenti della programmazione dell'intera offerta formativa, come ha riconosciuto la Corte costituzionale (sentenza 13/2004) e quindi della gestione dei due sistemi, ma sembrano divisi sull'immediato. Regioni del centro-destra sono interessate al trasferimento delle risorse (personale e spese di funzionamento) degli istituti che non diventano licei, nel tempo più breve, anche in modi differenziati tra le regioni. Regioni dirette dal centro-sinistra sono per mantenere il carattere unitario del sistema, per cui nella fase transitoria la gestione debba essere mantenuta allo stato per essere trasferita in toto alle regioni quando ve ne sono le condizioni. Il nuovo testo ha rinviato la soluzione di questi aspetti che pure devono essere risolti quando il testo verrà presentato al consiglio dei ministri. Prevede solo che i percorsi dei licei e della Ifp siano attivati dal 2006-07 e che entro il 31 dicembre 2005 debbano essere conclusi gli accordi necessari per avviare l'Ifp. La tempistica sembra irrealistica.

Livelli essenziali. Ma il contenzioso tra Miur e regioni investe anche altri due punti. 1. Le regioni hanno chiesto di snellire i livelli essenziali di prestazione che dovrebbero costituire i vincoli per l'Ifp. Alcuni articoli sono stati modificati ma solo formalmente: i contenuti sono stati solo distribuiti in modo diverso.

2. La legge 53 prevede che i decreti legislativi debbano essere sottoposti al parere della Conferenza unificata, mentre sulle questioni che riguardano l'Ifp è prevista l'intesa. Il Miur non sembra riconoscere l'intesa, esponendosi a un sicuro ricorso alla Corte costituzionale.


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