ItaliaOggi: La guerra del magro

Tempo di quaresima, tempo di magro. Molte scuole modificano la diete degli alunni, eliminando la carne. Succede anche a Roma dove, però, è scoppiato un caso politico. L'usanza di sostituire il venerdì le polpette con il merluzzo ha sollevato molte polemiche nel XVII municipio di Roma, lo stesso su cui si trova la sede della Città del Vaticano. A promettere battaglia contro il menù quaresimale è Rifondazione comunista e il dirigente scolastico del XX circolo didattico Pistilli-Vaccari, Brunella Maiolini. Oggetto del contendere una nota del direttore dell'unità organizzativa socio-educativa del municipio, Francesca Ceccarini, che prevede menù quaresimale per tutti gli studenti, spostando le pietanze del giovedì al venerdì. Una direttiva illegittima, perché in contrasto con quanto stabilisce il capitolato d'appalto del servizio mensa scolastica del comune, è l'accusa, che esclude variazioni di menù generalizzate. Il municipio si giustifica. «Le domande che ci sono giunte sono molte», spiega Antonella De Giusti (Pd), presidente del municipio, «il personale è scarso e il direttore ha voluto semplificare la procedura». «È una polemica strumentale», sottolineano il capogruppo di Fi, Luca Aubert, e il consigliere di An, Luigi Servilio, «mangiare pesce o formaggio di venerdì può avere uno specifico e laico valore nutrizionale e dietetico non indifferente». La soluzione la suggerisce la stessa chiesa cattolica. «Il codice di diritto canonico», spiega monsignor Manlio Asta, direttore dell'ufficio di pastorale scolastica della diocesi di Roma, «non stabilisce l'astinenza per i minori di 14 anni, che hanno la possibilità di praticarla».