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ItaliaOggi: La Gelmini assume ma non paga

E le regioni che hanno anticipato le risorse ora non ci stanno più: ridotti gli stipendi Non ha adeguato i fondi per l'accessorio dei 5 mila nuovi presidi

13/10/2009
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ItaliaOggi

Di Alessandra Ricciardi

Ne sono entrati in ruolo 5 mila nel giro di tre anni. Ora l'organico è quasi al completo, ogni scuola, sono circa 10 mila sul territorio, ha il suo preside. Peccato però che a fronte delle assunzioni fatte, le ultime a decorrere da questo settembre, il ministero dell'istruzione abbia dimenticato di rimpolpare le risorse necessarie a pagare gli stipendi dei nuovi assunti. E così centinaia di presidi, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, in questi giorni stanno ricevendo sulla loro mail lo statino di ottobre, con un bel taglio lineare, dai 100 ai 300 euro, a secondo dell'anzianità e dei fondi mancati, del relativo stipendio. Si tratta della decurtazione del salario accessorio che fa capo a un particolare capitolo di finanziamento assegnato dal ministero alle direzioni scolastiche regionali. Che dal 2007 hanno anticipato le risorse necessarie, confidando in un successivo rifinanziamento. Che però non è mai arrivato. E ora c'è chi si è stancato di anticipare e ha deciso di tagliare in proporzione i salari: in testa la Sardegna, dove fino al 2007 i dirigenti a tempo indeterminato erano meno di 200, su 424, ora ne sono arrivati altri 200, fino a completare quasi del tutto la disponibilità dei posti. Zero euro in più però per le casse della direzione regionale, che ha disdetto il contratto integrativo.

Ma anche la Toscana, il Veneto, la Puglia e la Sicilia, tutte le regioni insomma in cui sono state fatte le assunzioni, non sono esenti dal problema. A pagare pegno, poi, sono non solo i nuovi assunti ma anche chi ha avuto il contratto prima del 2007, denuncia l'Anp, l'associazione nazionale presidi. E potrebbe non essere finita: perché se dovesse partire anche l'azione di recupero di quanto anticipato, ogni dirigente dovrebbe restituire quasi 10 mila euro. E sarebbe la prima volta che un dipendente pubblico si vede tagliare la busta paga in questo modo.

Una dimenticanza, quella del ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, che ammonterebbe, secondo una stima ufficiosa, a circa 40 milioni di euro e che si è riverberata anche al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale in corso all'Aran. «In sostanza ci è stato chiesto di far fronte ai fondi mancanti dell'accessorio con le risorse destinate all'aumento del tabellare, ovvero per il recupero dell'inflazione», commenta Giorgio Rembado, presidente dell'Anp. «Ma non possono chiederci di autotassarci per coprire mancanze del datore di lavoro». Le trattative all'Aran sono state sospese. E in Sardegna sono state avviate le procedure per ricorrere contro i tagli.


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