ItaliaOggi-La formazione tecnica va al restyling
Al Miur si lavora allo schema di dlgs sul secondo ciclo dell'istruzione. Parla il presidente del Cnpi. La formazione tecnica va al restyling Cantalini: la riduzione delle ore di labor...
Al Miur si lavora allo schema di dlgs sul secondo ciclo dell'istruzione. Parla il presidente del Cnpi.
La formazione tecnica va al restyling
Cantalini: la riduzione delle ore di laboratorio sarà penalizzante
Si gioca la partita del futuro della riforma del secondo ciclo di istruzione. Da un lato del campo c'è il ministero dell'istruzione. E dall'altro ci sono i sindacati, Confindustria e le categorie dei professionisti, come per esempio i periti industriali. Che da sempre sono particolarmente interessati alla formazione di base dei futuri tecnici.
Proprio per questo motivo il Cnpi ha inviato una lettera al ministro Letizia Moratti elencando punti di condivisione e strumenti per una riflessione propositiva dello schema di decreto legislativo concernente le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni sul secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione.
Proprio in questi giorni al Miur si sta lavorando per recepire o meno le richieste formulate ed emendare eventualmente il provvedimento. Al presidente del Cnpi Berardino Cantalini abbiamo chiesto che cosa ne pensa dei restyling della scuola.
Domanda. L'Unione europea si è posta a Lisbona l'obiettivo di essere la società della conoscenza più forte e competitiva entro il 2010. Siamo sulla strada giusta? I sistemi educativi sono sufficientemente armonizzati?
Risposta. Il processo volto a uniformare i sistemi educativi europei ha avuto una significativa accelerazione dopo Lisbona, ma a oggi manca una chiara consapevolezza sulle caratteristiche peculiari delle offerte formative in ogni paese, cui fa seguito una pericolosa sottovalutazione delle esigenze curriculari richieste dal mercato.
D. La scuola non è stata già abbondantemente trasformata dall'entrata in vigore dell'autonomia scolastica?
R. L'introduzione dell'autonomia scolastica non può essere considerata una soluzione ai mali dell'istruzione secondaria: non si può affidare solo alla discrezionalità (alcune volte addirittura insindacabile) dei singoli dirigenti scolastici l'individuazione dell'offerta formativa. Bisogna, invece, riconoscere la necessità di individuare proprio in sede di legislazione nazionale quelle griglie generali di formazione e di profilo curriculare, necessarie per conseguire un serio e omogeneo risultato educativo.
D. Questa nuova riforma soddisfa le aspettative degli istituti tecnici?
R. È indubbio che lo schema di decreto legislativo corre il rischio di disperdere il patrimonio formativo acquisito. Si può leggere una incoerenza tra le definizioni del liceo tecnologico (art. 10), in particolare là dove si precisa che deve 'assicurare lo sviluppo della creatività e della capacità progettuale e la padronanza delle tecniche, dei processi tecnologici e delle metodologie di gestione relative', con l'eliminazione dell'insegnamento del diritto (o di elementi del diritto) e la sostituzione di tale materia con la 'filosofia', ovvero, in maniera ancora più significativa, con la drastica riduzione delle ore di officina e di laboratorio. È indubbio che l'esigenza avvertita di comprendere le tematiche storico-sociali possa essere assicurata dallo studio della 'storia', con adattamento del programma anche in relazione alle tipologie di 'licei', premiandone le singole specificità; mentre inutile resta l'inserimento 'forzoso e inspiegabile' della filosofia: è naturale che per predisporre un progetto è necessario anche conoscere le norme del diritto di proprietà e dei diritti reali, le specifiche prescrizioni della normativa urbanistica, elementi di diritto amministrativo. L'eliminazione di tale insegnamento e la riduzione delle ore di laboratorio e officina inciderà negativamente sulla formazione curriculare dei diplomati e sullo stesso percorso (in)formativo, tradendo le caratteristiche del liceo tecnologico.
D. Quali rischi si corrono attribuendo alle regioni poteri reali in ordine all'organizzazione scolastica e alla gestione degli istituti scolastici in formazione?
R. Una eccessiva 'regionalizzazione' dell'istruzione professionale potrebbe avere risultati negativi per lo standard di preparazione richiesto dal mercato.
D. L'indicazione degli otto licei non costituisce una proliferazione di indirizzi e non si rischia di non cogliere l'alternativa rispetto agli istituti professionali (tecnologico, artistico, economico)?
R. Proprio per cogliere la novità, è opportuno seguire le indicazioni offerte dal nostro Consiglio nazionale in ordine al percorso formativo del liceo tecnologico, qui non possono essere abbandonate o dimenticate quelle materie che nella loro specificità non sono attribuibili alla sfera degli istituti professionali e che, invece, sono indicative dal rapporto profondo tra il 'conoscere' e il 'saper fare'. È opportuno ricordare che proprio la conferma di queste materie (officina, laboratorio e diritto) aiuterà nella scelta successiva dell'università, continuando un percorso formativo già iniziato al liceo.