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ItaliaOggi: La formazione morattiana vale come scuola. Ogni regione si fa la sua

Anche il prossimo anno tutti i corsi di formazione professionale di durata triennale, quelli della legge Moratti, potranno essere scelti dagli studenti per ottemperare all'obbligo scolastico fino ai 16 anni introdotto dalla Finanziaria 2007, in sostituzione di quello morattiano

12/06/2007
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ItaliaOggi

La formazione morattiana vale come scuola. Ogni regione si fa la sua

Anche il prossimo anno tutti i corsi di formazione professionale di durata triennale, quelli della legge Moratti, potranno essere scelti dagli studenti per ottemperare all'obbligo scolastico fino ai 16 anni introdotto dalla Finanziaria 2007, in sostituzione di quello morattiano. È quanto prevede il regolamento ministeriale sul nuovo biennio delle superiori, che dal prossimo settembre è obbligatorio per tutti, e sui suoi contenuti minimi. Un biennio che gli studenti potranno decidere di declinare nelle scuole ovvero nei corsi triennali, propedeutici a una qualifica. Strutturare le nuove superiori si è rivelata operazione complessa: riguarda programmi, orari e organizzazione del personale. Per portare a regime la secondaria (già sono stati mandati in soffitta i licei morattiani, con il ritorno degli istituti tecnici e professionali) il ministero avrà tempo fino al 2009/2010. Stretto tra l'impossibilità di offrire scelte alternative sulle qualifiche professionali e la necessità di dare comunque un segnale di svolta, Fioroni ha trovato l'escamotage della sperimentazione. Anzi, sperimentale sarà tutto il nuovo obbligo, e dunque anche quello che si realizza nelle scuole. Fin quando la nuova disciplina non andrà a regime, l'istruzione obbligatoria si realizza ´in via transitoria', precisa il regolamento, anche nei corsi triennali di istruzione e formazione professionale. Ovvero i vecchi corsi morattiani. Che saranno organizzati dalle strutture che già per l'anno in corso fanno formazione. Dovranno garantire standard minimi di qualità, ma non ci sarà un nuovo meccanismo di accreditamento, come invece prevede la Finanziaria 2007. ´Individuare i requisiti che i corsi dovranno avere e arrivare a un nuovo elenco di enti accreditati è operazione complessa, che richiede necessariamente il passaggio in conferenza unificata', spiega il viceministro all'istruzione Mariangela Bastico, ´per cui andiamo avanti con i vecchi enti che per il prossimo anno dovranno però già rispettare alcuni standard minimi, dal punto di vista contenutistico, dei programmi'. Che fine faranno i corsi triennali oggi prorogati non è dato sapere. Anche se l'aria che tira è che non saranno mai del tutto accantonati. Il nuovo obbligo, pur se scolastico, sarà dunque fatto anche nella formazione. Formazione e istruzione, insomma, il connubio morattiano. ´Ci saranno percorsi di integrazione tra scuole e formazione, una seconda chance per gli studenti, sul come sarà realizzata è prematuro dirlo', conferma la Bastico. Ma ci sono regioni che intanto hanno preso la palla al balzo e che in proprio si sono già fatte il nuovo obbligo che include la formazione professionale. È il caso della Puglia. In attuazione di quanto prevede l'articolo 1, comma 624, della legge n. 296/2006 (la Finanziaria 2007), il direttore scolastico regionale della Puglia, Lucrezia Stellacci, e l'assessore per la formazione professionale e il lavoro, Marco Barbieri, hanno firmato un'intesa in cui stabiliscono che i corsi triennali validi per l'obbligo sono solo quelli realizzati presso le scuole, statali o paritarie, d'intesa con le regioni, con un piano di studio così articolato: il 60% del monte ore annuo dedicato a competenze base e trasversali, il restante 40% alle competenze professionali. Se ogni regione deciderà di seguire l'esempio della Puglia e di interpretare autonomamente la Finanziaria a livello locale, si realizzerà nei fatti una scuola federalista che alcuni governatori (si veda nelle pagine interne il caso di Roberto Formigoni per la Lombardia) da tempo agognano.
Sandra Cardi


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