ItaliaOggi: Insegnanti, stipendi giù del 12%
Una ricerca della Uil
Gli insegnanti, povera gente. Una ricerca sul se si sentano o meno frustati, come ha sostentuo il leader di An, Gianfranco Fini, ad oggi non c'è. Su quanto guadagnano, invece, sì. Secondo una ricerca condotta dall'ufficio studi della Uil scuola, il potere d'acquisto dei salari dei docenti italiani si è eroso negli anni. Fino ad arrivare oggi ad essere più bassi di 5 anni fa. Un insegnante delle scuole medie, per esempio, dopo 15 anni di servizio, ha una busta paga mensile di 1.500 euro, che arrivano a 1.800 a fine carriera. Nel 2002, in termini reali, era del 12% in più. L'indagine è stata condotta sulle retribuzioni dei docenti dal 1995 al 2007 e rileva come gli ultimi dodici anni «gli stipendi degli insegnanti italiani» siano stati «caratterizzati da una costante perdita di valore in termini reali». Dall'indagine emerge un trend altalenante, di aumenti e diminuzioni dei salari in termini nominali, accompagnato però da una flessione costante di quelli in termini reali, ovvero considerando l'inflazione. L'indagine ha preso in esame tre livelli d'istruzione (scuola primaria, media e superiore) e tre livelli di anzianità (iniziale, a 15 anni di servizio, massima). Per Massimo Di Menna, leader della Uil scuola, si tratta di una situazione 'allarmante': «Servono politiche contrattuali che diano certezze», avverte Di Menna, «politiche che rispettino i principi e gli obiettivi fissati anche nell'intesa sottoscritta da governo e sindacati e politiche fiscali a sostegno del lavoro». Intanto, ieri Cgil, Cisl e Uil scuola hanno interrotto le trattative all'Aran per il rinnovo del contratto. Causa la mancata messa a disposizione da parte del Tesoro dei risparmi interni all'Istruzione, che il contratto avrebbe dovuto ripartire tra il personale dipendente.