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ItaliaOggi-Insegnanti, la carica dei 30 mila

Lo prevede il piano assunzioni della Moratti. Decreto inviato al Mineconomia per la controfirma. Insegnanti, la carica dei 30 mila Tra il 2006 e il 2007 nuove immissioni in ruolo nel...

22/09/2005
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ItaliaOggi

Lo prevede il piano assunzioni della Moratti. Decreto inviato al Mineconomia per la controfirma.

Insegnanti, la carica dei 30 mila

Tra il 2006 e il 2007 nuove immissioni in ruolo nella scuola

Nuova infornata di insegnanti nella scuola. Tre docenti precari su 10, nei prossimi due anni, potranno avere l'agognato contratto a tempo indeterminato. Il ministero dell'istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ha previsto l'immissione in ruolo di 30 mila insegnanti tra il 2006 e il 2007, a parziale copertura degli oltre 90 mila posti vuoti in organico. Il relativo decreto è stato inviato all'economia per la controfirma.
Si tratta dell'atteso piano pluriennale di assunzioni, che deve esser predisposto, come prevede la legge n. 168/2005, entro il 30 settembre. Un piano con il quale, dopo le 40 mila immissioni in ruolo già realizzate quest'anno, si conclude il pacchetto di assunzioni dell'epoca Moratti. Le nuove assunzioni a tempo indeterminato, da realizzare attingendo per metà dalle graduatorie permanenti e per l'altra metà dalle graduatorie dei concorsi, sono spalmate in due anni e riguarderanno solo i docenti: 15 mila il prossimo anno e altre 15 mila il successivo. Per gli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, ogni decisione è rinviata a data da definirsi.

Per gli insegnanti precari, circa 100 mila, secondo le stime del ministero dell'istruzione (quasi 180 mila, invece, per i sindacati), si tratta probabilmente di una delle ultime occasioni per essere assunti a tempo indeterminato nelle scuole statali.

In queste stesse ore, infatti, affianco al decreto per la sulle assunzioni pronto per la firma, il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco, ha al vaglio anche la proposta avanzata dai suoi tecnici di introdurre nella prossima Finanziaria una norma tagliacattedre. L'obiettivo è di ridurre gli organici di diritto della scuola di un ulteriore 3%, dopo il 4% deciso nel 1998/99. Lo sfoltimento dovrebbe essere di almeno 21 mila cattedre e 7 mila posti Ata, con un risparmio di spesa di 114 milioni di euro.

¥ POSTI FISSI, SUPPLENZE E STUDENTI. Negli ultimi dieci anni gli insegnanti di ruolo hanno subito un taglio quasi del 10%, a fronte dei supplenti che sono saliti da 53 mila a 107 mila, arrivando a costituire oltre il 13% del corpo docente. Il boom di contrazione dei posti fissi è particolarmente marcato nella scuola media con oltre il 21% di cattedre in meno. Ancora troppe, comunque, le cattedre, giacché il numero di studenti per insegnante è passato solo da 10/1 a 11/1. Lontane le medie europee: l'Italia resta ancora oggi il paese con il rapporto più basso. Il Regno Unito, per esempio, ha un insegnante ogni 20 alunni, 16 ne conta la Germania, 14 Finlandia e Francia.

¥ LA PENSIONE CHE SFOLTISCE. La svolta potrebbe giungere con i pensionamenti e il relativo blocco del turn over, allo studio dell'economia per i prossimi anni: nel 2004/05 i pensionamenti hanno riguardato 16 mila insegnanti. Il trend per i prossimi anni dovrebbe essere in salita, vista l'età media (48 anni) dei docenti in servizio. I calcoli fatti dall'istruzione parlano di un incremento delle cessazioni di 2 mila unità l'anno, fino ad arrivare nell'anno 2014 a 34 mila uscite. Complessivamente nei prossimi dieci anni potrebbero lasciare la scuola circa 245 mila insegnanti, di cui l'8,6% della scuola dell'infanzia e il 30% rispettivamente delle medie e delle superiori. Un'occasione per alleggerire il peso della spesa per il personale scolastico sul bilancio dello stato.

¥ IL PESO DEGLI STIPENDI. La spesa per l'istruzione scolastica in dieci anni si è ridotta in rapporto al prodotto interno lordo, passando dal 4,2% del pil al 3,9%, ma, se si considerano le cifre, il finanziamento è cresciuto: da quasi 36 miliardi di euro a più di 50 mld di euro. Di questi, ben 41 miliardi di euro fanno capo allo stato, che ne spende l'89,6% per pagare gli stipendi: quasi 36 miliardi di euro, ossia più di una manovra finanziaria ogni anno.


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