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ItaliaOggi-Il governo dimentica i libri

Intervista al presidente dell'Associazione italiana editori. Che lancia un j'accuse. Il governo dimentica i libri Motta: più promozione e un fondo per la lettura Il governo dimen...

09/11/2004
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ItaliaOggi

Intervista al presidente dell'Associazione italiana editori. Che lancia un j'accuse.

Il governo dimentica i libri

Motta: più promozione e un fondo per la lettura

Il governo dimentica i libri. E gli editori fanno da sé. Come? Autotassandosi con una sorta di otto per mille della letteratura da destinare a un fondo per la lettura e organizzando incontri in grado di incentivare la promozione letteraria. In questo senso vanno le iniziative tipo 'Più libri più liberi', la fiera della piccola e media editoria in programma a inizio dicembre a Roma, promossa dall'Associazione italiani editori. Oppure come 'Passaparola', il forum nazionale del libro e della promozione del libro, organizzato dall'Associazione presìdi del libro, che si è svolto a Bari nei giorni del 6 e 7 novembre e nel corso del quale Gian Arturo Ferrari e Ferruccio de Bortoli, rispettivamente direttore generale della divisione libri di Mondadori e amministratore delegato di Rcs libri, hanno proposto l'istituzione di un fondo per la promozione della lettura.
L'iniziativa vede il coinvolgimento diretto dell'Aie e del suo presidente Federico Motta. Che con ItaliaOggi fa il punto sullo stato di salute dell'editoria italiana e sulle concrete possibilità d'istituzione del fondo.

Domanda. Come sta l'economia del libro oggi?

Risposta. Non sono i bilanci delle case editrici che ci preoccupano. Certo, siamo in una congiuntura economica poco favorevole ma l'editoria sta bene. Il problema è il 58% di popolazione che non legge.

D. Non bastano tutti i libri dati in abbinamento con i quotidiani? Umberto Eco, intervenuto anche lui a Bari, ritiene che l'operazione sia stata un grande successoÉ

R. Certamente si tratta di un modo intelligente di vendere libri. Un recente studio ha dimostrato che l'iniziativa non ha allargato la base dei lettori. Su 60 milioni di libri è stato stimato che i nuovi lettori sono stati solo 500 mila. Meno dell'1%. Si tratta di un fenomeno tutto italiano, che va controllato nel suo sviluppo.

D. Cosa sta facendo l'Aie per incentivare la lettura?

R. L'Associazione da tempo promuove molte iniziative. Per citarne qualcuna, a dicembre ci sarà la fiera della piccola e media editoria a Roma. Mentre in primavera si terrà la 'Festa del libro', un grande incontro che coinvolgerà giornali, radio, insegnanti, editori, librai per confrontarsi sullo stato dell'arte della letteratura.

D. Il governo inveceÉ

R. Il settore della cultura è del tutto abbandonato. Tutto quello che il governo ha fatto è stato estemporaneo e non legato a una strategia ben precisa. Non si legge, ma non si va neanche al cinema e a teatro. Questo non è un problema degli editori, ma un problema del paese. Aspettiamo da tempo una legge quadro sul libro che non arriva. E non parliamo dell'ultimo provvedimento contenuto in FinanziariaÉ

D. Cioè?

R. Mi riferisco alla possibilità di scaricare i libri da internet. È un altro aspetto drammatico di questa politica del governo. E di come sono gestite le cose in questo paese. Non si può inserire una norma del genere senza prevedere le modalità per poterlo fare.

D. Di fronte a questa situazione, quindi, l'idea del fondo per la promozione della lettura può essere utile.

R. L'idea è positiva, la possiamo collocare come un concetto ideale cui la categoria è chiamata a ragionare. Ma bisogna, prima, darsi degli obiettivi e, poi, vedere come gestirli. L'Aie, attualmente, rappresenta un contesto dove poterne parlare e su come poter dare un ulteriore contributo di sviluppo al mercato del libro.

D. La proposta è stata fatta da Mondadori e Rcs. Il contributo da versare potrebbe in qualche modo essere problematico per le piccole case editrici?

R. Tutti devono fare qualche sforzo. Ma il problema in questo momento non è il contributo. È la gente che non legge


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