ItaliaOggi: Il docente paga più del manager
La manovra non fa sconti. Ma le trattative con il Tesoro proseguono, spunta l'ipotesi assunzioni
Di Alessandra Ricciardi
Tra blocco del contratto e scatti congelati, tagli del 10%
Hanno uno stipendio che nelle migliori delle ipotesi non arriva, a fine carriera, neppure alla metà dei 90 mila euro dei dirigenti pubblici, tetto massimo oltre il quale la manovra finanziaria di quest'anno fa scattare il taglio dei 5% dello stipendio sulla quota eccedente, che sale al 10 per buste paga over 150 mila. Eppure per loro, insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi, il taglio sarà ben più consistente, arrivando, secondo quanto stimano pressoché tutti i sindacati sulla base di dati del ministero dell'economia, anche al doppio, il 10%. È l'effetto della somma delle due misure che, salvo novità, scatteranno nella scuola con il decreto finanziario: blocco dei contratti per un triennio e congelamento degli scatti di anzianità. Due misure sulle quali vanno avanti i tentativi delle forze sindacali di addolcire le durezze del ministro dell'economia, Giulio Tremonti. Il ventaglio delle possibili soluzioni propone un recupero almeno parziale dei mancati aumenti contrattuali, in una fase successiva a quella del triennio lacrime e sangue, la spendibilità ai fini giuridici, ovvero pensionistici, dello scatto non maturato economicamente e un piano di assunzioni per almeno 20 mila posti nei prossimi due anni. Anche perché la scuola risulta essere tra i pochi comparti ai quali non si applica il blocco del turn over. Modifiche su cui le trattative entreranno nel vivo probabilmente in sede parlamentare.
Il blocco dei contratti, tenendo conto del nuovo tasso europeo di inflazione, comporta una perdita stimata in circa il 6% a fine triennio: in media, 150 euro al mese. A cui si aggiunge la perdita dello scatto di anzianità. Il congelamento comporterà un mancato guadagno immediato per circa 250 mila insegnanti. Lo slittamento della carriera, invece, varrà per tutti. Ebbene per chi ricade nell'arco temporale 2010-2012, la perdita dello scatto vale un taglio della busta paga annua che va dagli 800 euro di un collaboratore scolastico ai 2000 euro di un prof di scuola secondaria, che diventano 2900 se in gioco c'è l'ultimo gradone. E non è finita. Perché la manovrona precisa che nessun dipendente pubblico potrà avere nei prossimi tre anni stipendi superiori a quelli in godimento nel 2010, «compreso il trattamento accessorio». In questo modo, si vanno a far benedire anche gli aumenti di merito a cui ha lavorato negli ultimi mesi il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, chiedendo incessantemente al Tesoro la spendibilità immediata della prima tranche dei risparmi frutto dei tagli del decreto 112/2008: 300 milioni. Congelati pure questi.