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ItaliaOggi-Falcidiati i bidelli, un anno a rischio

Decreto del ministero dell'istruzione attua la Finanziaria e taglia 3200 unità negli organici Ata. Falcidiati i bidelli, un anno a rischio In forse l'assistenza per tempo pieno, prol...

10/05/2005
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ItaliaOggi

Decreto del ministero dell'istruzione attua la Finanziaria e taglia 3200 unità negli organici Ata.

Falcidiati i bidelli, un anno a rischio

In forse l'assistenza per tempo pieno, prolungato ed handicap

Confermato il taglio di 3.200 bidelli. Il ministero dell'istruzione guidato da Letizia Moratti applica alla lettera quanto previsto dall'articolo 35 della legge 289/2002 in materia di riduzione degli organici dei collaboratori scolastici. Tremiladuecento erano previsti e tanti sono le riduzioni per il prossimo anno che si ricavano dall'esame delle tabelle annesse allo schema di decreto interministeriale trasmesso ai direttori generali degli uffici scolastici regionali e ai dirigenti dei Csa, con nota del 5 maggio 2005 (si veda ItaliaOggi di venerdì scorso). Un taglio che mette a rischio l'ordinario svolgimento delle attività didattiche, in particolare l'assistenza agli alunni con disagio e a coloro che dovessero scegliere il tempo pieno e quello prolungato.
Inevitabile la protesta delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil scuola che hanno organizzato ieri un presidio davanti al dicastero di viale Trastevere, mentre per venerdì prossimo la Uil scuola ha indetto una manifestazione nazionale, sempre a Roma, di tutto il personale Ata.

GLI EFFETTI sul funzionamento

Secondo i sindacati, l'ulteriore taglio dei posti in organico di diritto dei collaboratori scolastici, dopo quelli operati negli ultimi due anni, unitamente a un sempre più alto numero di personale ritenuto parzialmente inidoneo per motivi di salute a svolgere tutte le mansioni previste dal profilo, non potrà garantire una efficiente funzionalità dei servizi ausiliari e farà aumentare il carico di lavoro di quello idoneo.

Non potrà, inoltre, garantire l'assistenza agli alunni portatori di handicap, né la piena copertura dei servizi nelle scuole dove è previsto il funzionamento del tempo pieno e del tempo prolungato.

I sindacati non mancano anche di sottolineare che i tagli disposti, essendo superiori ai posti che si renderanno vacanti dal 1° settembre per cessazione dal servizio per dimissioni volontarie, per raggiunti limiti di età o per altre cause, comporteranno la mancata conferma dell'incarico a tempo determinato di un migliaio di collaboratori supplenti in servizio nel corrente anno scolastico. Una previsione quest'ultima che potrebbe in parte ridursi in sede di adeguamento dell'organico di diritto alla situazione di fatto. In tale fase, infatti, come precisa l'articolo 6 dello schema di decreto, i direttori degli uffici scolastici regionali potranno apportare le variazioni, in aumento o diminuzione, della consistenza degli organici di istituto, sulla base delle esigenze rappresentate dai dirigenti scolastici.

L'analisi dei tagli per il 2005/2006 e di quelli nel triennio 2003/2005

Come si può rilevare dalla lettura dei dati contenuti nelle tabelle pubblicate in questa pagina, la distribuzione dei tagli operati all'organico di diritto dei collaboratori scolastici penalizza maggiormente la Sicilia, la Campania, la Calabria e la Puglia, le regioni cioè a più alto rischio sociale che risultano essere quelle che soffriranno di più anche sul piano occupazionale non avendo la possibilità di rinnovare l'incarico a tutti i supplenti annuali in servizio nel corrente anno scolastico.

Fanno impressione anche i dati relativi alle variazioni di organico, sempre limitatamente ai collaboratori scolastici, registrate nel triennio 2003/2005 per effetto, appunto, di quanto dispone l'articolo 35 della legge 289/2002 (legge finanziaria per il 2003). Si va da un meno 9,9% in Sardegna a un meno 6,2% nel Lazio nonostante che in questa regione si sia registrato un aumento dell'1,5% del numero degli alunni.

La presenza anomala di personale non statale

Ad aggravare ancora di più le condizioni di lavoro dei collaboratori scolastici contribuisce anche la persistente anomalia rappresentata dalla presenza degli oltre 12 mila ex Lsu (lavoratori socialmente utili) e/o addetti alle pulizie dei locali scolastici che dipendono dalle ditte di pulizia titolari di contratti di appalto stipulati con alcune singole istituzioni scolastiche.

Una anomalia che già da tempo avrebbe dovuto essere eliminata o mediante l'assunzione in pianta stabile di quel personale, oppure trasferendo a terzi estranei all'amministrazione scolastica il compito di provvedere alle pulizie di tutti gli istituti scolastici. La terziarizzazione dei servizi di pulizia avrebbe probabilmente comportato una riduzione degli organici, ma in compenso avrebbe consentito di ridisegnare meglio la figura professionale del collaboratore scolastico sia sotto il profilo giuridico che retributivo. La riduzione degli organici c'è stata ugualmente, la rivalutazione professionale ed economica è invece rimasta al palo.

Organici in aumento per le altre categorie

In controtendenza, invece, la determinazione degli organici del personale amministrativo, tecnico ed equiparato.

Dall'esame delle tabelle annesse al decreto si rileva, infatti, un aumento previsionale di circa 650 unità dovuto sia all'aumento degli alunni che ai maggiori carichi di lavoro connessi alla piena autonomia amministrativa di tutte le istituzioni scolastiche e al passaggio a queste ultime della maggior parte delle competenze in precedenza assegnate agli ex provveditorati agli studi, oggi Csa, Centri servizi amministrativi.


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