ItaliaOggi: Enti di ricerca, primo giro di boa
Ok alla camera al ddl, che ora ritorna al senato
Non passa indenne dall'esame della camera il disegno di legge delega per il riordino degli enti di ricerca. Che dopo le modifiche, a seguito di due ordini del giorno di ieri, dovrà tornare nell'aula di palazzo Madama da cui era stato già licenziato favorevolmente. L'aula di Montecitorio ha infatti approvato un emendamento della commissione con cui è stata rivista la procedura di emanazione degli statuti degli enti, ora attribuita ai consigli degli enti stessi anziché al ministero dell'università. Governo battuto due volte quindi da due odg. Il primo impegna il governo «a invertire la tendenza della spesa», sbilanciata ora più verso la gestione degli apparati che verso l'attività di ricerca, valorizzando e stimolando in tale quadro, anche dal punto di vista economico, i ricercatori più brillanti e capaci, secondo il principio della meritocrazia. Il secondo odg impegna invece il governo a valutare l'opportunità di elaborare strategie per attrarre capitali italiani e stranieri per il potenziamento degli atenei italiani, per la creazione di centri universitari privati, anche attraverso agevolazioni fiscali per coloro che investono nell'università e nella ricerca. Il governo, stando al testo, è autorizzato ad adottare uno o più decreti legislativi entro 18 mesi per promuovere e razionalizzare le attività nel settore della ricerca e garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione degli enti pubblici nazionali di ricerca, riordinando i loro «statuti e organi». Tra le novità si prevede l'affidamento all'Agenzia nazionale di valutazione di valutare la qualità dei risultati della ricerca svolta dagli enti, ma anche l'efficienza delle loro attività. Introdotto poi un ulteriore principio: attribuzione dei soldi statali agli enti in base proprio alla valutazione dell'Agenzia. Ma i paletti ai principi di delega non finiscono qui: nella riforma degli organi statutari si prevede certo la riduzione del numero dei componenti, ma si introducono nuove procedure di individuazione dei presidenti e dei componenti di nomina governativa dei consigli di amministrazione tramite scelte effettuate in rose di candidati proposte da appositi comitati di selezione nominati di volta in volta dal governo. Il tutto, però, assicurando nei comitati un'adeguata rappresentanza d'esponenti della comunità scientifica e comunque escludendone i dipendenti dell'ente interessato e il personale del ministero dell'università.