ItaliaOggi: E il ministro avverte l'Aprea: no al cda nelle scuole
Mentre i giovani di An si oppongono all'ipotesi fondazioni prevista dal ddl
Di Alessandra Migliozzi
Sì alla proposta di legge Aprea sulla scuola. Ma a patto che sia modificata, quantomeno nel linguaggio. Tanto per cominciare, niente termini aziendali come, ad esempio, quel Consiglio di amministrazione che dovrebbe diventare il principale degli organi di istituto. Meglio optare per un termine che metta al riparo dalle critiche «ideologiche». Magari Consiglio di indirizzo. Parola di Mariastella Gelmini. Intervenendo ad un convegno di Treellle il ministro dell'istruzione ha infatti detto la sua, negli scorsi giorni, per la prima volta, sulla proposta di legge del responsabile scuola del suo schieramento, Valentina Aprea, nonché presidente della commissione istruzione alla camera. È la riforma dell'accesso alla professione e della carriera docente, ma anche della governance della scuola, che sta animando il dibattito in commissione istruzione e che ha già sollevato qualche polemica, soprattutto tra i sindacati. Nell'occhio del ciclone, tra l'altro, la proposta di dotare le scuole di un cda, come si usa nelle aziende. Un termine che, però, non piace al ministro che, per evitare nuovi scontri sulle riforme della scuola ha provato a dare qualche consiglio, in pubblico, alla deputata di maggioranza e presidente della commissione Istruzione. «Quello di Aprea», ha detto il ministro, «è un buon disegno di legge». Ma per far sì, ha chiarito Gelmini, che diventi «il ddl della maggioranza e di tutta la scuola servono delle modifiche». La ricetta del ministro è la seguente: «Bisogna stare attenti ai termini, il rischio dell'ideologizzazione è dietro l'angolo. Basta un richiamo a pericoli che non esistono per reiterare una situazione di stallo e avere una scuola che manca di modernità», è l'avvertimento della Gelmini alla presidente della VII commissione. Insomma, la Gelmini non vuole altre grane, altri dibattiti-scontro sulla scuola. Per evitare polemiche con chi ha posizioni più rigide, dunque, la pillola del ddl Aprea va resa più dolce, magari cominciando da un piccolo maquillage al linguaggio. Del resto, la stessa Aprea sta percorrendo una strada di dialogo e di apertura, ben consapevole che la logica del muro contro muro, su una riforma strutturale del sistema, sarebbe suicida. Anche perchè ci sono da ricucire alcuni strappi con An, in particolare con i giovani capitanati da Giorgia Meloni che vedono di cattivo occhio la possibilità che le scuole si costituiscano in fondazioni. Ma anche su questo, nel testo base che l'Aprea stilerà al termine delle audizioni ancora in corso, potrebbero esserci delle novità.