ItaliaOggi: E Formigoni regionalizza i docenti
È stata approvata la legge proposta dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, sul sistema educativo di istruzione e formazione. Che prova a introdurre la regionalizzazione degli insegnanti.
Formigoni ci prova. È stata approvata la legge proposta dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, sul sistema educativo di istruzione e formazione. Che prova a introdurre la regionalizzazione degli insegnanti. Non di tutti, ma, oltre a quelli dei centri di formazione regionale, gli insegnanti delle scuole professionali. Istituti che, a tutt'oggi, dopo la riforma introdotta dal ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, rientrano nel sistema nazionale, al pari dei licei e degli istituti tecnici. E su cui invece la legge lombarda legifera come se si trattasse di scuole dal destino regionale. È l'articolo 24 a prevederlo. E sarà probabilmente uno degli elementi di rottura, rispetto alla disciplina nazionale, che sarà indicato tra i motivi di ricorso del governo centrale alla Corte costituzionale. L'articolo 24 del provvedimento indica che a realizzare il sistema regionale dei servizi di istruzione e formazione professionale sono i centri regionali, gli operatori appositamente accreditati e le istituzioni scolastiche «di cui all'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, trasferite ai sensi di accordi nazionali per l'adeguamento dell'ordinamento della repubblica al Titolo V della Costituzione». Ovvero, gli istituti professionali. Le scuole in oggetto potranno «attivare modalità di selezione e valutazione del proprio personale docente e non docente». Ma sugli istituti professionali, Fioroni ha ristabilito la competenza statale. E per quanto riguarda la competenza sul personale, che la Costituzione attribuisce alle regioni, è fortemente dibattuto che questa possa riguardare anche le modalità di assunzione. La tesi è che selezioni diversificate tra regione e regione, addirittura in alcuni casi lasciate alle singole scuole, creerebbero una miriade di sistemi scolastici separati. Insomma, a settembre non mancheranno i motivi di contenzioso tra governo centrale e Lombardia.