ItaliaOggi: E con Formigoni è scontro
Non accenna a diminuire la tensione tra il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni
Non accenna a diminuire la tensione tra il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e il ministro della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, dopo la decisione del governo di impugnare davanti alla Corte costituzionale, per conflitto di competenze, la legge regionale lombarda sulla scuola già approvata lo scorso 26 giugno dalla giunta di centro-destra con l'astensione di Ds e Margherita e il voto contrario della sinistra radicale (legge n. 19/2007). Al centro del contendere l'istruzione professionale, ambito rispetto al quale, ha tuonato ieri Formigoni, «il governo non può e non deve mettere il naso perché si tratta di una materia di cui siamo pienamente responsabili: basta leggere il Titolo V». Di ricorso «clandestino» parla addirittura il governatore lombardo che da tre giorni lancia anatemi contro il titolare di viale Trastevere e l'intero esecutivo responsabili, a suo dire, di «una impostazione politica ripugnante, di un attacco contro la dignità, la libertà e il diritto all'istruzione degli studenti lombardi, contro gli insegnanti e le loro famiglie.
Si tratta», conclude ,«di una decisione pretestuosa, infondata, discriminatoria e illegittima dettata da pregiudizi ideologici». Parole grosse alle quali risponde algido Fioroni con una nota: «Quando si usano toni non all'altezza dell'istituzione che si rappresenta e le parole scavalcano il limite del rispetto, ci si commenta da soli». Toni a parte, l'accusa di non avere a cuore l'istruzione professionale (in particolare lombarda) proprio non va giù al ministro della pubblica istruzione che rivendica un aumento dei finanziamenti destinati ai percorsi professionali della Lombardia dell'80% (11 milioni di euro per il 2007). Quanto al ricorso vero e proprio, spiega il viceministro Mariangela Bastico, «la decisione del governo di ricorrere alla Corte costituzionale non blocca l'efficacia della legge sino alla sentenza». Si tratta, insomma, di un ricorso cautelativo rispetto al quale soddisfazione esprime la Cgil che da sempre considera la riforma lombarda in antitesi con i principi costituzionali.
Clementina Colombo