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iTALIAoggi-Due sì alla scuola del centro-sinistra

Due sì alla scuola del centro-sinistra Le riforme scolastiche del centro-sinistra superano il vaglio della Consulta. Sia la legge Berlinguer sulla parità scolastica, cioè la legge n...

27/01/2005
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ItaliaOggi

Due sì alla scuola del centro-sinistra

Le riforme scolastiche del centro-sinistra superano il vaglio della Consulta. Sia la legge Berlinguer sulla parità scolastica, cioè la legge n. 62 del 2000, sia quella della regione Emilia Romagna, la n. 12 del 2003 (Norme per l'uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro), dell'assessore diessina all'istruzione, Mariangela Bastico, hanno infatti ottenuto ieri il via libera dei magistrati della Corte costituzionale, che hanno ritenuto manifestamente infondate le questioni sollevate rispettivamente dalla regione Lombardia (sentenza n. 33/2005) e dal governo (sentenza n. 34).
Per quanto riguarda la legge Berlinguer la Consulta ha dichiarato infondate diverse questioni di legittimità sollevate dalla regione Lombardia, che lamentava innanzitutto il mancato coinvolgimento della Conferenza stato-regioni nella definizione dei requisiti per il riconoscimento della parità alle scuole non statali. 'La legge n. 62', si legge nelle motivazioni, 'non ha tra le sue finalità quella di intervenire nuovamente sul sistema di riparto di attribuzioni tra stato e regioni, ma unicamente quella di delineare il sistema nazionale di istruzione; essa costituisce quindi esercizio della potestà legislativa statale in materia di istruzione'. La Corte ha ritenuto 'altrettanto indubbio che l'inserimento nel sistema nazionale di istruzione, con la conseguente abilitazione delle scuole paritarie al rilascio di titoli di studio aventi valore legale, presuppone il possesso, da parte delle scuole che aspirano a essere inserite nel sistema, di determinati requisiti. In questa prospettiva, ed essendo all'epoca solo iniziato il processo di trasferimento alle regioni di competenze in materia di istruzione, non vi era alcuna necessità di concertare con esse i requisiti per il riconoscimento della parità'.

Sulla legge Bastico impugnata direttamente dalla presidenza del consiglio dei ministri, la sentenza n. 34 ha affermato che gli assegni di studio da destinare al personale della scuola che si avvale di un periodo di aspettativa, previsti dalla normativa regionale, sono legittimi. 'Ciò non contrasta con le disposizioni statali che', ha chiarito la Corte, 'concedono al personale scolastico, ogni dieci anni di servizio, la possibilità di chiedere un periodo annuale di aspettativa non retribuita senza dover allegare alcun particolare motivo'.


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