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ItaliaOggi-Domani la decisione sull'istanza di sospensiva dei provvedimenti attuativi della legge n. 143/2004

di Alessandra Ricciardi In mano al Tar Lazio il destino delle graduatorie pennanenti. È calendarizzata per domani l'udienza del Tribunale amministrativo del Lazio che dovrà decidere circa la ric...

24/08/2004
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ItaliaOggi

di Alessandra Ricciardi
In mano al Tar Lazio il destino delle graduatorie pennanenti. È calendarizzata per domani l'udienza del Tribunale amministrativo del Lazio che dovrà decidere circa la richiesta di sospensiva dei provvedimenti del ministero dell'istruzione attuativi della legge n. 143/2004, la legge che ha modificato i punteggi per i docenti precari. Una decisione che, se dovesse essere favorevole ai ricorrenti, congelerebbe le graduatorie permanenti di terza fascia, che proprio in questi giorni stanno vedendo la luce. Sarebbe così il terzo anno consecutivo che la giustizia amministrativa mette il bastone tra le ruote del ministero, rendendo più complicato il "regolare avvio del nuovo anno scolastico" . Le 12.500 immissioni in ruolo, che il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, conta di chiudere proprio domani, saranno assorbite in gran parte dalla graduatoria del concorso (per il 50% delle disponibilità) e dalle prime due fasce delle graduatorie permanenti. Il ricorso alla terza fascia è, infatti, residuale per molte classi di concorso, essendo sufficienti i docenti inseriti nei precédenti scaglioni a coprire i posti autorizzati. Discorso diverso, invece, per le supplenze annuali e fino al termine delle attività didattiche che i Csa, i Centri dei servizi amministrativi, sono impegnati a concludere entro fine mese, prima di passare la palla alle scuole. In questo caso i numeri sono ben diversi: circa 110 mila supplenze, se sarà confermato l'andamento dello scorso anno.
I possibili scenari
L'eventuale sospensione dei decreti che danno attuazione alla riforma costringerebbe gli uffici scolastici provinciali a rivedere i punteggi dei docenti inseriti nel terzo scaglione eliminando gli interventi operati dalla legge n. 143 e successive modifiche. Con un nuovo capovolgimento di posizioni in graduatoria.
Gli uffici che avessero, dunque, già assegnato le supplenze potrebbero vedersi costretti ad annullare alcuni contratti e a stipularne di nuovi. Ma è probabile, come già avvenuto in passato, che il ministero dell'istruzione decida di non attuare la decisione del Tar, in attesa della pronuncia di merito e poi del giudizio d'appello del Consiglio di stato.
Il secondo scenario possibile prende spunto dalla pronuncia del Tar di non concedere la sospensiva: in questo caso si andrebbe direttamente alla decisione di merito a settembre. Sarebbe la scelta meno invasiva, almeno nel breve periodo, e da alcuni ritenuta foriera di una pronuncia negativa per i ricorrenti.
I motivi dei ricorrenti
I ricorsi su cui il Tar è chiamato a pronunciarsi, presentati da Cgil, Cisl e Uil scuola, il sindacato autonomo Gilda, associazioni di consumatori e movimenti di precari, sono stati integrati in base alle modifiche apportate alla legge dal ddl omnibus sulla pubblica amministrazione (n. 186/2004). L'intervento del legislatore è servito a far venir meno alcuni degli elementi di contestazione, ma non ha demolito l'impianto generale di contestazione: le nuove disposizioni violerebbero la Costituzione e in particolare il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, il riconoscimento del diritto al lavoro, la tutela del lavoro in tutte le sue forme, il principio di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione.
Le contestazioni
- L'applicazione delle nuove norme sui servizi: è stata limitata all'anno scolastico 2003/04, mentre la prima versione della legge n. 143 prevedeva una retroattività piena. Tuttavia la scelta, secondo i sindacati, continua a violare il principio di affidabilità e di logicità.
- Supervalutazione dei servizi: anche se l'impatto del raddoppio del punteggio per i docenti delle scuole di montagna è stato limitato al servizio svolto in sedi scolastiche ad altitudine superiore ai 600 metri, secondo i ricorrenti crea le premesse per attribuire un beneficio ingiustificato ad alcuni docenti, escludendo dal beneficio altri insegnanti che insegnano in scuole non inserite nell'elenco del ministero.
- Limite di punteggio: il limite dei 12 punti per il servizio e quello dei sei mesi per anno scolastico renderebbero quasi impossibile il riconoscimento del servizio non specifico a buona parte del personale supplente.
- Strumento musicale: la mancata previsione dell'inclusione in graduatoria dei docenti di strumento musicale che hanno conseguito l'abilitazione successivamente all'entrata in vigore della legge n. 124/99 violerebbe il principio di eguaglianza.
- Altre abilitazioni: contestata la mancata previsione dell'inclusione in graduatoria di coloro che hanno conseguito l'abilitazione riservata ai sensi delle ordinanze ministeriali nn. 153/99, 33/2000 e 1/2001 e che per qualsiasi motivo (di salute o 'personali) non abbiano presentato il titolo precedentemente conseguito."


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