FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3851459
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » ItaliaOggi: Diplomi senza valore legale, si parte dall'università

ItaliaOggi: Diplomi senza valore legale, si parte dall'università

Chi non può pagarsi una buona scuola o università, cosa farà? Sarà condannato a fare una carriera di serie B?»,

02/09/2008
Decrease text size Increase text size
ItaliaOggi

Sandra Cardi

Riforme in corso

dcmaxversion = 9 dcminversion = 6 Do On Error Resume Next plugin = (IsObject(CreateObject("ShockwaveFlash.ShockwaveFlash." & dcmaxversion & ""))) If plugin = true Then Exit Do dcmaxversion = dcmaxversion - 1 Loop While dcmaxversion >= dcminversion

Che si tratti di una idea estiva oppure di un progetto concreto, solo il tempo potrà dirlo. L'annuncio, intanto, c'è stato, ed è del rappresentate di governo responsabile per la materia, ovvero il ministro dell'istruzione, università e ricerca, MariaStella Gelmini. Intervenendo al meeting di Comunione e liberazione ha detto a chiare lettere che è favorevole ad applicare anche quella parte del programma elettorale del Pdl che prevede l'abolizione del valore legale del titolo di studio. L'abolizione del valore legale del diploma, di scuola superiore e di laurea, è il punto più alto di liberalizzazioni per il sistema della formazione, «è l'approdo di un processo riformatore più ampio», ha precisato il ministro.

E c'è anche qualcosa in più. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i responsabili scuola e università delle componenti aennine e forziste del Pdl e della Lega ne stanno parlando da tempo, soprautto sul fronte università, per tentare di superare le difficoltà che un progetto così ambizioso comporta. Perché si tratta di rivedere l'intero sistema scolastico e universitario italiano, ma non solo. Anche il sistema di accesso alle libere professioni e al pubblico impiego. «È l'unico motivo per cui finora non si è fatto, anche io ci ho provato, ma inutilmente», spiega Giancarlo Lombardi, ex ministro e industriale. Che spiega: «Sgombriamo innanzitutto il campo da una serie di luoghi comuni, di false paure. Come quella che per fare il medico non servirebbe più la laurea in medicina. Il titolo di studio resta sempre necessario. E che sarà diverso il suo valore nell'accesso al lavoro», spiega Lombardi, «ci sarà una forte dose di concorrenza tra le strutture che fanno formazione e finalmente più meritocrazia».

L'obiettivo di è creare un meccanismo meno statalista, in cui il valore del titolo finale degli studi è dato dalla qualità dell'istituto che lo rilascia e dalle competenze che lo studente ha acquisto. E non più dal pezzo di carta in quanto tale.

Abolire il valore legale significherebbe, in linea teorica, eliminare i curriculum nazionali, ovvero i programmi di studio uguali per tutti, e la certificazione finale del percorso, ovvero gli esami di stato: maturità e tesi di laurea. Che sarebbero sostituiti da valutazioni assegnate a soggetti esterni, sulla scorta delle società di rating. La riforma potrebbe essere messa in cantiere a partire dall'università, dove una forma concorrenziale eisste già. Anche se con molti problemi, soprattutto per il Sud. «Ma più che importare sic et sempliciter in Italia il modello anglosassone, pensiamo a una terza via, che superi però le nostre attuali rigidità. L'esame finale potrebbe anche restare ma dovrebbe avere un ruolo decisivo un istituto di valutazione terzo», spiega Valentina Aprea, presidente della commissione cultura della camera.

Potrebbero essere l'Invalsi, per la scuola, e l'Anvur, per l'università. «Per sostituire il famoso pezzo di carta, dovremo rendere molto più espliciti gli obiettivi di apprendimento». Resterebbero dunque gli obiettivi nazionali, non negoziabili. Mentre il raggiungimento degli obiettivi sarebbe lasciato alla competenza di regioni e scuole, secondo il nuovo assetto federalista delle competenze in materia.

Decisamente contrari i sindacati, arroccati nella difesa del sistema statale di certificazione come estremo baluardo del diritto allo studio per tutti. «Chi non può pagarsi una buona scuola o università, cosa farà? Sarà condannato a fare una carriera di serie B?», chiede retoricamente Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL