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Ddl docenti, governo battuto
Governo battuto alla camera sul disegno di legge relativo allo stato giuridico dei docenti universitari. È infatti passato l'emendamento, presentato dai Ds, soppressivo dell'articolo 1, quello che fissa i principi portanti della nuova disciplina, prima fra tutti la possibilità di valutare le capacità didattiche del docente. E questo proprio nel giorno in cui i ricercatori hanno proclamato lo sciopero della fame in coincidenza con la discussione parlamentare, il rifiuto di svolgere esami dal 20 al 27 giugno prossimi e le astensioni dalle sedute di laurea di giugno e astensione dai corsi per il prossimo anno accademico. Le decisioni del Coordinamento nazionale dei ricercatori universitari sono state prese dopo la manifestazione svoltasi ieri davanti a Montecitorio per chiedere il ritiro del disegno di legge.
'Non c'è tempo per trattare: vogliamo che il ddl sia ritirato dopo 16 mesi di vertenza durante i quali il ministro Moratti non si è mai degnato di ascoltarci', sostiene il responsabile del coordinamento dei ricercatori universitari Marco Merafina. Il ddl riguarda 58 mila docenti universitari dei quali 21 mila sono ricercatori e ancora tra i docenti ci sono 19 mila associati e 18 mila ordinari. A costoro si aggiungono i circa 60 mila precari in cerca di lavoro stabile. Lo sciopero della fame comincerà oggi in cinque atenei pubblici italiani (Roma, Torino, Varese, Cosenza e Pisa) e andrà avanti fino a venerdì per tutto il tempo della discussione parlamentare sul ddl. Che ricomincerà già oggi, visto che la maggioranza ritiene che nonostante la soppressione dell'articolo 1 il provvedimento possa comunque proseguire il suo iter.
La battaglia dei docenti e ricercatori universitari è condivisa anche dalla Crui, la conferenza nazionale dei rettori universitari