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ItaliaOggi-Contratto-L'opinione di F.Scrima

L'opinione Contratto, Diritto Negato opo lo sciopero generale della scuola e del pubblico impiego del 18 marzo scorso, per il rinnovo contrattuale del secondo biennio economico, invec...

12/04/2005
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ItaliaOggi

L'opinione

Contratto, Diritto Negato

opo lo sciopero generale della scuola e del pubblico impiego del 18 marzo scorso, per il rinnovo contrattuale del secondo biennio economico, invece di un normale inizio di trattativa contrattuale, secondo i canoni e le prassi collaudate nel tempo e normativamente definite, abbiamo dovuto, con crescente indignazione, assistere a un confronto mass-mediatico, tanto strumentale quanto offensivo per i lavoratori, tra esponenti della maggioranza di governo sull'entità degli eventuali aumenti medi retributivi per l'intero comparto.
Potevamo forse aspettarci altro da chi ha sempre privilegiato il rapporto mediatico, propagandistico ed illusorio, rispetto al confronto con le altre parti, siano sindacali che parlamentari?

Abbiamo assistito, nell'ambito della stessa maggioranza, a balletti di cifre, a posizioni ondivaghe, a piroette stravolgenti, a imbarazzati contorsionismi. Ma, siccome al peggio non c'è mai fine, è successo di peggio e di più: forti di una collaudata strategia politica, autorevoli esponenti governativi della Lega, oltre ad affermare che l'incremento di 95 euro, pari al 4,3% già stanziato in Finanziaria e giudicato largamente insufficiente dai sindacati, restava la linea la linea del Piave, hanno introdotto una idea perniciosa, ma non stravagante, coerente con lo spirito secessionista, mai dimenticato e continuamente evocato, di un accanito regionalismo, antistorico e anacronistico, quella di un ritorno alle gabbie salariali. Scarsità di conoscenze sui reali costi della vita nelle varie realtà del paese, purtroppo unificato da una globalizzante inflazione, retaggi ancestrali di bucoliche e parsimoniose visioni delle realtà meridionali o esasperazione della voglia di differenziare nel paese anche gli stipendi dei dipendenti pubblici hanno indotto ad avanzare una tale farneticante proposta.

Difettano, sempre di più, oltre che la capacità politica del buon governo, anche minime dosi di buonsenso: invece di blaterare offensivamente e in modo assolutamente pregiudiziale verso il lavoro pubblico, che regge tutto l'insieme dei servizi pubblici di questo paese, farebbero meglio, e in fretta, a rispettare il diritto di oltre 3 milioni di lavoratori ad avere, dopo troppo, tanto tempo, rinnovato il loro contratto di lavoro. Noi siamo pronti alla trattativa, come ad altre mobilitazioni. (


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